Fino al 31 luglio gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto situati nell’area del centro storico di Modena, delimitata dalle mura cittadine, dovranno restare chiusi dalle ore 21 alle ore 5 del giorno successivo. Negli stessi orari restano chiusi in tutta la città gli esercizi che prevedono come unica modalità di vendita quella attuata tramite distributori automatici. Lo conferma l’ordinanza firmata dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, che, in seguito al decreto legge 52 del 2021 che prolunga lo stato d’emergenza fino alla fine di luglio, proroga il provvedimento comunale che individua “Ulteriori misure temporanee ed urgenti volte al contenimento della pandemia da Covid-19”.

L’obiettivo è evitare che il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico dia luogo ad assembramenti soprattutto in orario notturno quando il centro storico, per effetto delle limitazioni in atto, è scarsamente frequentato.
L’ordinanza, quindi, entrata in vigore lo scorso novembre e ora nuovamente prorogata dopo il primo rinnovo di fine gennaio, rafforza la prevenzione sul territorio, per evitare che il consumo di cibi e bevande nei pressi degli esercizi di vicinato, e ancor più dei distributori automatici dove manca anche il controllo del gestore, possa dar luogo ad assembramenti.
Controlli e verifiche della Polizia locale hanno riscontrato, infatti, la presenza di alcune persone intente a consumare bevande alcoliche su luoghi pubblici, come piazze e spazi, soprattutto nelle vicinanze di negozi di vicinato dove è possibile rifornirsi con facilità, al punto che, talvolta, l’offerta di alcolici risulta predominante rispetto alla normale vocazione di un’attività che dovrebbe consistere nell’offerta di prodotti alimentari. Non mancano infatti le segnalazioni dei cittadini relative a comportamenti contrari alle disposizioni contro la diffusione della pandemia, che si verificano proprio nei pressi degli esercizi di vicinato.
Il mancato rispetto di quanto previsto dall’ordinanza, che resterà dunque in vigore fino al 31 luglio, sarà punito con una sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro, a cui potrà essere applicata la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni, mentre all’atto dell’accertamento della violazione potrà essere disposta la chiusura provvisoria da 5 giorni a 30 giorni.