Il ringraziamento ai tanti volontari del progetto R+ che negli ultimi mesi si sono messi a disposizione della comunità anche per aiutare i cittadini a ottenere lo Spid (l’identità digitale) è stata occasione per realizzare una delle iniziative di promozione della cultura del cibo di Pause-Atelier dei sapori. Grazie a una convenzione sottoscritta lo scorso giugno tra Comune di Reggio e Pause per valorizzare il patrimonio gastronomico locale e i prodotti del territorio, in questi giorni i volontari R+ sono stati al centro di un momento di pubblico riconoscimento presso il centro sociale Quaresimo di Codemondo.

I rappresentanti di 27 centri sociali comunali hanno partecipato al laboratorio di Pause dedicato all’erbazzone – una delle ricette più tipicamente reggiane – per poi condividere con i volontari i prodotti cucinati e ringraziarli così per il loro operato. Un operato che proseguirà, dopo la pausa estiva, a partire dal 13 settembre e permetterà a tanti reggiani non avvezzi con la tecnologia di dotarsi di uno strumento sempre più necessario per accedere a servizi e opportunità. Solo nel periodo maggio-giugno 2021 sono 456 le persone che sono state aiutate dai volontari R+ a dotarsi dell’identità digitale.

“Abbiamo voluto ringraziare i nostri volontari con un momento informale e conviviale prima della pausa estiva. Anche in questi mesi difficili i volontari si sono dimostrati una risorsa fondamentale per la coesione sociale del nostro territorio, ancora più preziosa in periodo di distanziamento fisico forzato – dice l’assessore a Quartieri e partecipazione Lanfranco De Franco – Grazie a loro abbiamo permesso a tante persone di avere un contatto umano, solidale e competente, come ad esempio sul progetto Spid che ha visto quasi 500 reggiani ottenere l’identità digitale grazie alla rete di associazioni creata ad hoc. Abbiamo deciso di ringraziarli con l’erbazzone prodotto insieme nel laboratorio di Pause, con cui abbiamo iniziato una collaborazione che porterà il buon cibo e i valori della sostenibilità alimentare nei quartieri nei prossimi mesi. Grazie anche a DarVoce per il supporto costante nello sviluppo di queste politiche.”

Anche le attività dei novelli cuochi e di diffusione della cultura del cibo proseguiranno nelle prossime settimane. I referenti dei Centri sociali che hanno partecipato all’iniziativa e scoperto tutti i segreti dell’erbazzone si occuperanno ora di replicarne la produzione all’interno dei propri centri, in modo da sensibilizzare rispetto alla genuinità dei prodotti del territorio. Contribuiranno così a raggiungere uno degli obiettivi al centro dell’accordo tra Comune di Reggio e Fondazione Reggio Children-Pause Atelier dei sapori che, da qui all’autunno 2022, intendono infatti organizzare appuntamenti diffusi  sull’alimentazione, allo scopo di promuovere la cultura del cibo e la socializzazione, attraverso un progetto interculturale e intergenerazionale, attivando anche cicli di laboratori da realizzare nelle diverse stagioni.

Si tratta di iniziative che avranno luogo non solo presso la sede centrale del Laboratorio aperto gestito da Pause presso i Chiostri di San Pietro, ma appunto anche presso sedi decentrate nei quartieri, come i centri sociali, nei quali promuovere la cultura dell’alimentazione e del consumo sostenibile.

L’accordo tra Comune e Pause prevede anche una forte sinergia per la valorizzazione degli orti urbani già attivi in città, in quanto luogo deputato al potenziamento dell’orticoltura urbana come strumento di coesione sociale e quale occasione per la  promozione di una catena alimentare più sostenibile, che permetta di sviluppare una più forte coscienza critica nei consumatori.

Fondazione Reggio Children, attraverso Pause-Atelier dei sapori, costituisce da anni un laboratorio di ricerca sul gusto, che promuove innovativi progetti dedicati al cibo e costituisce un centro di ricerca permanente sull’origine e lo sviluppo dei sensi del gusto, con esperti nazionali e internazionali.

 

NON SOLO SPID: I NUMERI DEL VOLONTARIATO – L’isolamento di molte persone a casa in smart working o in cassa integrazione, così come la voglia di rendersi utili in un momento di grande fragilità sociale, hanno fatto sì che tante persone nuove si interessassero ai servizi di volontariato presenti sul territorio nell’ambito del progetto comunale R+ o decidessero di aderire alle nuove possibilità offerte dalla contingenza, come ad esempio la consegna della spesa a domicilio o la cura degli animali delle persone in quarantena. Oltre agli strumenti istituzionali (pagine internet di Dar Voce e del progetto comunale R+), moltissimi sono stati i contatti ricevuti a seguito della “call” fatta dal sindaco in quei giorni che ha segnato un forte incremento delle richieste di informazione e che ha portato all’attivazione di 122 nuovi volontari.

Nel complesso, nel corso del 2020 sono stati 285 i cittadini (di cui 189 residenti nel Comune di Reggio) che hanno contattato lo sportello di orientamento Csv Emilia per ricevere informazioni rispetto alla possibilità di diventare volontario. Di questi la maggior parte erano donne (62%) e persone giovani, appartenenti sopratutto alle fasce 25-34 anni (29%) e 35-44 anni (20%), complice anche il fatto che, per le restrizioni del Dpcm in vigore, non è stato possibile coinvolgere né i minorenni, né gli over 65.

Dei 285 attivati, 128 si sono occupati di progetti legati alla consegna domiciliare di pacchi alimentari o della spesa (18 porgetti su un totale di 25 progetti attivi nel periodo marzo-maggio), messi in campo per rispondere a bisogni e necessità emerse nel periodo di massima emergenza sanitaria. Altri volontari sono stati invece coinvolti in progetti di supporto dell’infanzia (aiuto compiti) e sostegno di persone non autonome.

Dai dati del volontariato 2020 emerge una significativa attivazione dei giovani, sostenuta anche dall’ufficio Infogiovani del Comune di Reggio e dal servizio “Giovani protagonisti” grazie ai quali è stato possibile offrire agli under 30 una vasta scelta di opportunità di volontariato ‘tagliate’ su una fascia di età giovane.

Uno dei settori che ha riscosso maggiore interesse da parte dei volontari, forse anche perché legato alla possibilità di trascorre del tempo all’aperto, è stato inoltre quello dell’ambiente. Rispetto a questo ambito, sono nati numerosi gruppi informali, nati spontaneamente al di là dei progetti R+ e dello sportello Csv Emilia.  Da marzo 2020, oltre 200 persone sono state coinvolte in dieci diverse iniziative di raccolta di rifiuti abbandonati, che hanno portato alla raccolta di una media di 50 sacchi (da 120 litri) di rifiuti a iniziativa, per un totale di 500 sacchi (60mila litri).