Nel 2020 l’Emodinamica dell’Ospedale Civile di Baggiovara ha effettuato complessivamente 1233 procedure di angioplastica coronarica, dato che conferma sostanzialmente la performance del 2019, quando erano stati 1249.  Al 30 giugno di quest’anno sono state già eseguite 668 angioplastiche coronariche con una proiezione oltre le 1300 per l’anno 2021). Insomma, il COVID-19 non ha fermato l’attività del Laboratorio di Emodinamica di Baggiovara coordinato dal dottor Paolo Magnavacchi all’interno della Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale Civile di Baggiovara diretta dal dottor Stefano Tondi.

Questo dato è ancora più significativo se consideriamo che gli infarti del miocardio più gravi – gestiti, in Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, anche con la collaborazione degli emodinamisti della Cardiologia del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Giuseppe Boriani – vale a dire gli infarti dove l’ostruzione coronarica conduce all’arresto totale del flusso sanguigno (detti STEMI dal particolare tracciato dell’elettrocardiogramma) trattati con angioplastica coronarica hanno presentato una  mortalità a 30 giorni del 4,2%, valore più basso rispetto alla media nazionale. Il dato della mortalità a 30 giorni è ancora migliore per gli infarti del miocardio dove l’occlusione della coronaria è parziale o transitoria (detti NSTEMI) e raggiunge il 3,6%. La mortalità per shock cardiogeno in Unità di Terapia intensiva coronarica è stata del 15% (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che era del 25%).

Abbiamo raggiunto risultati di performance estremamente positivi – ha affermato il dottor Stefano Tondi – Tanto più se pensiamo che lo scorso anno ha rappresentato per la sanità nazionale e modenese una tappa drammatica e complessa, in primo luogo a causa della pandemia da Covid-19 che, soprattutto nella prima fase, ha determinato una drastica riduzione degli accessi in ospedale e negli ambulatori cardiologici. A marzo 2020, addirittura, abbiamo avuto una riduzione degli accessi del 30-40%.  Di conseguenza si è assistito ad un incremento della mortalità per infarto miocardico nei primi mesi dello scorso anno per il semplice motivo che le persone hanno smesso di venire in ospedale e hanno in molti casi sottovalutato i sintomiQuesta considerazione ci deve portare a ricordare con forza l’importanza della prevenzione in ambito cardiologico. Successivamente, soprattutto nel secondo semestre, nonostante la seconda ondata pandemica, i cittadini hanno ripreso ad accedere all’Ospedale o a chiamare il 118 analogamente a quanto avevano fatto nell’era pre-Covid”. Con la ripresa a pieno regime dell’attività il numero di cittadini che si è rivolto alla Cardiologia dell’Ospedale Civile è aumentato del 15% rispetto al 1’ semestre 2020, ritornando ai livelli precedenti al 2020 (1233 vs 1249 del 2019).

Gli eccellenti risultati ottenuti sono frutto dell’impegno non solo degli operatori dell’Emodinamica, ma anche del lavoro di tutti i professionisti (medici, infermieri, tecnici) che operano nella Utic, nella degenza e negli ambulatori del reparto di Cardiologia dell’Ospedale Civile. Va infine posto l’accento sull’importanza strategica della rete cardiologica provinciale, composta da centri Spoke e dal sistema dei trasporti 118, che rivestono un ruolo fondamentale nella tempestività del trasferimento al centro Hub di Baggiovara, contribuendo pertanto in modo determinante al raggiungimento di risultati di cui tutta la comunità provinciale modenese può andare orgogliosa”.

La Cardiologia del Policlinico protagonista al Congresso europeo – Presentati studi su aritmie e telemedicina

La Cardiologia del Policlinico protagonista al Congresso della Società Europea di Cardiologia, dove ha presentato una serie di studi sull’impatto della telemedicina nella pratica cardiologica, nonché sulla gestione integrata del paziente con problematiche aritmiche e condizioni gravi quali lo scompenso cardiaco o le neoplasie. Il Congresso che si è svolto nelle scorse settimane, in via telematica con più di 39000 partecipanti da tutto il mondo – è il più importante convegno di cardiologia al mondo in termini di partecipanti e qualità delle presentazioni, in quanto ogni anno vengono presentati nuovi studi sulle più rilevanti innovazioni nel settore, nonché vengono periodicamente illustrate le linee guida specialistiche, di grande impatto per la pratica clinica.

“Si tratta di una nuova modalità di partecipazione ai convegni e riflette il cambiamento che la pandemia COVID 19  ha indotto nella società,  rendendo agevoli  le modalità il collegamento con mezzi telematici, con importante impatto anche nelle modalità di assistenza ai pazienti – ha affermato il professor Giuseppe Boriani, direttore della Cardiologia del Policlinico che ha poi aggiunto – “Al convegno della Società Europea di Cardiologia abbiamo presentato una serie di studi condotti dal nostro gruppo di ricerca relativamente all’impatto della telemedicina nella pratica cardiologica,  nonché sulla gestione integrata del paziente con problematiche aritmiche,  una gestione che deve tenere  conto dello scompenso cardiaco delle comorbidità e della correzione dei fattori di rischio cardiovascolare. Sono molto orgoglioso che alcune di queste ricerche sono state presentate direttamente dai miei collaboratori, dal dottor Vincenzo Malavasi per uno studio sulla fibrillazione atriale in cardio-oncologia e dal dottor  Marco Vitolo nel caso uno studio sui biomarkers nella fibrillazione atriale. Entrambi gli studi derivano dall’analisi di un registro multicentrico da me coordinato che ha incluso più di diecimila pazienti. Inoltre, ho avuto l’onore di partecipare all’elaborazione delle nuove linee guida europee sulla l’elettrostimolazione che in modo innovativo propongono nuove modalità di stimolazione del cuore con pacemaker, sia per la correzione delle bradiaritmie sia per la correzione dello scompenso cardiaco.

Il prof. Boriani ha poi proseguito sottolineando: “Ritengo indispensabile che all’attività clinica venga associata un’attività di ricerca e ciò lo stiamo insegnando ai nostri medici in formazione, agli specializzandi della scuola di specializzazione in Cardiologia con risultati importanti in termini di qualificazione e riconoscimento nel mondo della ricerca.  Personalmente ho avuto   il piacere di   fare due relazioni ad invito al Convegno, ma devo dire che la più grande soddisfazione è aver ottenuto un premio nei giorni del Congresso, il “Top Reviewer Award” da parte del comitato editoriale della più importante rivista di Cardiologia (“European Heart Journal”), che ogni anno premia i migliori 20 cardiologi che hanno contribuito al successo della rivista mediante l’impegnativo ruolo di Reviewer, un ruolo importante per ottimizzare la forma e i contenuti delle pubblicazioni scientifiche”.

Il prof. Boriani ha poi concluso affermando “Cerchiamo di trasferire l’impegno della ricerca in benefici per i pazienti e sicuramente abbiamo importanti segnali che le terapie innovative ottengono importanti benefici. Lo stiamo riscontrando nello scompenso cardiaco, nella cardiopatia ischemica, nelle aritmie, nella terapia interventistica per le valvulopatie e le linee guida presentate durante il convegno indicano la grande spinta all’innovazione che sta animando il mondo della cardiologia. A noi il compito di mettere in atto i nuovi trattamenti di comprovata efficacia, secondo le indicazioni giuste, al paziente giusto e nel contesto più appropriato.”