Edilizia (Copyright immagine: Regione Emilia-Romagna A.I.U.S.G. – Autore: Tamburini Alan)

“Buoni nei tempi, non nelle modalità”. Così le Associazioni modenese dell’edilizia (Ance, Cna, Lapam Confartigianato, Collegio Imprenditori Edili, Legacoop) sintetizza così gli orientamenti del governo delineati dal Documento programmatico della legge di bilancio 2022. È sicuramente condivisibile la proroga a tutto il 2023, ma non si capisce perché escludere dal beneficio le singole unità immobiliari e gli edifici funzionalmente indipendenti”.

Uno studio del CNI ha stimato che a fine anno il Superbonus avrà determinato 12 miliardi di Pil e attivato 153mila posti di lavoro, concretizzandosi come una misura determinante per la crescita del Paese e per il superamento della crisi economica post pandemia.

“Eventualmente prendiamo in considerazione una diminuzione del beneficio fiscale, ma non possiamo non considerare anche l’effetto di questa misura dal punto di vista dell’efficientamento ecologico e strutturale degli edifici. Porre queste barriere all’accesso del beneficio significa limitare l’inclusività di questo provvedimento e discriminare i cittadini proprietari”.

Secondo le Associazioni è difficilmente comprensibile anche la soppressione del bonus facciate: “viviamo in un Paese con un’elevata propensione turistica e che quindi deve tenere in grande considerazione anche un fattore come la bellezza. È un fatto che questo incentivo stia pagando da questo punto di vista, contribuendo a rendere maggiormente attrattive le nostre città. In questo caso si potrebbe intervenire eventualmente rendendo più rigidi i parametri di accesso all’agevolazione, come l’età della costruzione”.

In definitiva, ridurre le misure di incentivazione per la riqualificazione energetica e la valorizzazione del patrimonio immobiliare contrasta con l’orientamento di una manovra espansiva per sostenere e consolidare la crescita annunciata dal Governo e che trova conferma nel documento programmatico di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri.

“Senza contare – concludono le Associazioni – che la limitazione della platea dei beneficiari del Superbonus finirà con il penalizzare soprattutto le piccole e medie imprese e la grande maggioranza dei piccoli comuni italiani”.