Il decreto ‘Sostegni ter’ introdotto forti restrizioni al sistema delle cessioni del credito nelle operazioni legate alle agevolazioni di riqualificazione energetica ed edilizia degli edifici. “Questo provvedimento – denuncia Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato -, ha di fatto bloccato l’operatività di molte imprese del settore dell’edilizia, dell’impiantistica, dei serramenti e dell’indotto del comparto costruzioni. La situazione è particolarmente pesante per quelle imprese che hanno garantito ai cittadini di poter fruire delle agevolazioni, attraverso lo sconto in fattura o l’acquisizione del credito direttamente dal consumatore, e che ora si trovano con la difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere a loro volta il credito. Questo genera ripercussioni pesanti sui flussi di cassa e sulla programmazione delle aziende, nonché sulla tenuta occupazionale. Abbiamo scritto al Prefetto di Modena facendo notare che, come era facilmente immaginabile e come noi avevamo pubblicamente denunciato – prosegue Luppi -, il provvedimento ha avuto un impatto fortemente negativo nei confronti delle 6.950 imprese modenesi del settore delle costruzioni, che comprende edilizia e installazione di impianti, costituto nel 99,6% dei casi da micro e piccole imprese attive che contano oltre 16 mila addetti, ovvero il 76% dell’occupazione del comparto (21 mila unità totali). Il settore presenta un’alta vocazione artigiana, con una presenza di 5 mila imprese artigiane e 11 mila addetti, che rappresentano più della metà (54,7%) dell’occupazione delle costruzioni. Il rischio molto concreto è di un ’raffreddamento’ della ripresa economica e, conseguentemente, del positivo andamento del Pil territoriale. Nel corso del 2021 il valore aggiunto del territorio è cresciuto del +9,7% trainato dal +17,1% del valore aggiunto nelle costruzioni. Le previsioni tuttora positive per il 2022 (+5,2% a Modena) potrebbero peggiorare sensibilmente se si mantiene l’attuale restrizione normativa sulla cessione del credito, che produce un rallentamento per l’intero comparto”.

Lapam propone un manifesto in 10 punti che sintetizza le ragioni per modificare il provvedimento.

  1. Cambi in corsa nelle regole disorientano le imprese – L’ennesima modifica delle regole sulla cessione del credito nelle operazioni di riqualificazione energetica e edilizia colpisce le imprese del comparto costruzioni, impiantista e dell’indotto.
  2. Stabilità normativa indispensabile per consumatori e imprenditori – È necessario garantire stabilità al quadro normativo di riferimento, nell’interesse dei cittadini e degli operatori economici.
  3. Mercato già bloccato dall’effetto annuncio – Già dall’annuncio del provvedimento si sono registrati gravi contraccolpi sul mercato, con aumento dei costi di cessione e blocco delle pratiche in essere.
  4. Tutta la filiera compromessa – L’impatto è fortemente negativo nei confronti di tutti gli operatori, compresi quelli non direttamente coinvolti nella restrizione imposta alle cessioni, che ne subiscono comunque gli effetti sulla filiera.
  5. Non solo danni economici – Al danno economico si somma il danno reputazionale per le imprese che hanno garantito ai cittadini di poter fruire delle agevolazioni.
  6. A rischio liquidità e programmi di sviluppo delle imprese – Vi è l’oggettiva difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere il credito acquisito, con gravi ripercussioni sui flussi finanziari e di cassa, sulla capacità di programmazione dell’attività e sulla tenuta occupazionale.
  7. Colpiti gli operatori onesti e responsabili – Sono colpiti gli imprenditori che hanno sempre operato nel rispetto delle disposizioni e nell’etica dei comportamenti.
  8. Aumenta la sfiducia verso un efficace strumento per la transizione green – Sta aumentando la confusione e quindi la sfiducia verso uno strumento di politica industriale sicuramente efficace per garantire la transizione in chiave green.
  9. Rallenta la corsa verso obiettivi UE di risparmio ed efficienza energetica – Si assiste al rallentamento nel traguardare gli obiettivi di risparmio energetico e di efficientamento dei consumi previsti dall’Unione Europea.
  10. L’accesso agli incentivi diventa elitario – Anche i consumatori penalizzati. Il blocco delle cessioni comporterà la rinuncia ad effettuare gli interventi da parte di quei cittadini che solo con lo sconto in fattura potevano permettersi di attuarli. L’accesso agli incentivi diverrà elitario, negando i principi di sostenibilità sociale, economica e ambientale che li ispirano.