«La via per innalzare salari, tutele e diritti dei lavoratori è la contrattazione. Il salario minimo legale serve solo nei paesi privi di una contrattazione adeguata e che, non a caso, sono anche quelli con salari più bassi e minori diritti». Lo afferma la segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo commentando la direttiva Ue sul salario minimo.

«L’accordo raggiunto a Bruxelles grazie anche al lavoro comune dei sindacati europei consente di modulare le misure sui bisogni e le caratteristiche economiche di ogni Stato membro – sottolinea Papaleo – L’obbligo di stabilire soglie minime di retribuzione individuate dalla legge si riferisce ai paesi con copertura contrattuale inferiore all’80%: l’Italia, e la provincia di Modena in particolare, è ampiamente oltre questa soglia.

Quindi da noi il salario minimo esiste già, di fatto, grazie alla contrattazione collettiva.

Il problema riguarda i lavoratori ai quali non si applicano contratti collettivi, oppure quelli che hanno contratti firmati da sindacati poco o nulla rappresentativi.

Se i contratti firmati dalle organizzazioni più rappresentative stabilissero i trattamenti economici complessivi al di sotto dei quali, settore per settore, non si può scendere – spiega la segretaria Cisl – i contratti firmati da Cgil Cisl Uil, che hanno piena rappresentanza per contrattare, sarebbero valorizzati.

I minimi da applicare terrebbero conto di tutti i trattamenti contrattuali ulteriori rispetto al mero compenso orario, che con una legge sul salario minimo legale potrebbero invece disperdersi o regredire.

Questa è la strada da seguire. I contratti devono dettare i minimi dei settori e la contrattazione deve essere rafforzata dalla legge, senza offrire pericolose alternative», conclude Rosamaria Papaleo, segretaria generale della Cisl Emilia Centrale.