Pinacoteca Bologna (foto: MiBACT)

Nel fine settimana di Ferragosto 2022, la Pinacoteca Nazionale di Bologna sarà aperta con i seguenti orari: venerdì 12 agosto dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (dalle ore 14.00 alle ore 19.00 con ingresso gratuito); sabato 13 agosto dalle ore 10.00 alle ore 19.00; domenica 14 agosto dalle ore 10.00 alle ore 19.00; lunedì 15 agosto dalle ore 10.00 alle ore 19.00.

 

La Pinacoteca Nazionale di Bologna sarà chiusa martedì 16 agosto.

Sabato 13 agosto, dalle ore 14.00 alle ore 19.00, sarà aperto anche Palazzo Pepoli Campogrande (Via Castiglione 7, Bologna), visitabile con lo stesso biglietto di ingresso della Pinacoteca Nazionale di Bologna, entro tre mesi dalla data di emissione.

Il costo del biglietto intero è di 6 euro, mentre per i giovani dai 18 ai 25 anni è previsto il biglietto ridotto di 2 euro. L’accesso è gratuito per i visitatori minori di 18 anni, per i cittadini disabili e un loro accompagnatore, per guide turistiche e giornalisti, per i docenti e gli studenti dei corsi di laurea, laurea specialistica o perfezionamento post-universitario e dottorati di ricerca delle facoltà di architettura, conservazione dei beni culturali, scienze della formazione o lettere e filosofia con indirizzo archeologico o storico-artistico, mediante esibizione del certificato di iscrizione per l’anno accademico in corso (per i docenti mediante esibizione di idoneo documento). Ingresso gratuito anche per i possessori della Card Cultura, della Bologna Welcome Card e per i soci della “Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca di Bologna”.

L’ingresso alla Pinacoteca Nazionale di Bologna sarà gratuito tutti i venerdì pomeriggio di agosto, dalle ore 14.00 alle ore 19.00.

L’itinerario di visita della Pinacoteca Nazionale di Bologna si snoda a partire dalle ricche testimonianze del Trecento bolognese, con opere di Vitale da Bologna e di Simone dei Crocefissi, senza dimenticare la significativa presenza del polittico di Giotto e degli affreschi provenienti dalla chiesetta di S. Maria di Mezzaratta, ricomposti secondo la struttura architettonica originale. Il Rinascimento è testimoniato dai ferraresi Francesco del Cossa ed Ercole Roberti e dal bolognese Francesco Francia. Dopo i capolavori di Raffaello (Estasi di santa Cecilia) e Parmigianino (Pala di S. Margherita), il percorso di visita conduce alla riforma di fine Cinquecento, testimoniata dalla consistente produzione dei Carracci, e alla pittura del Seicento emiliano rappresentata da opere di Guido Reni, Domenichino, Francesco Albani, Alessandro Tiarini e Guercino. L’itinerario si conclude col Settecento multiforme – volta a volta aristocratico e popolare – di Giuseppe Maria Crespi, di Donato Creti e dei fratelli Gaetano e Ubaldo Gandolfi.

Nella sede distaccata di Palazzo Pepoli Campogrande è possibile ammirare le sale splendidamente affrescate dai principali protagonisti della grande decorazione bolognese tra la seconda metà del Seicento e gli inizi del secolo successivo: il Salone d’onore con la trionfale Apoteosi di Ercole di Canuti, la Sala di Felsina con le pitture composte e aggraziate dei fratelli Rolli, le sale delle Stagioni e dell’Olimpo, dove l’irriverente Giuseppe Maria Crespi contamina la decorazione celebrativa con i modi della pittura di genere, l’elegante classicismo della Sala di Alessandro di Donato Creti. Gli ambienti del piano nobile di Palazzo Pepoli Campogrande ospitano alle pareti alcuni dipinti della quadreria Zambeccari, la ricca collezione destinata alla pubblica fruizione a fine Settecento dal marchese Giacomo Zambeccari ed entrata a far parte delle raccolte della Pinacoteca nel 1884.