Nella mattinata di oggi, su delega di questa Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Modena ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Modena nei confronti di un imprenditore mirandolese, operante nel settore dell’illecita somministrazione di manodopera, gravemente indiziato dei delitti di indebite compensazioni, omesso versamento I.V.A., auto-riciclaggio, falso in bilancio e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.

Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di un’articolata e complessa attività d’indagine, coordinata da questa Procura e condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico­ Finanziaria di Modena a partire dal mese di settembre 2020.

In particolare l’inchiesta ha avuto origine da alcune segnalazioni di operazioni sospette provenienti dalla Banca d’Italia, i cui approfondimenti sono stati delegati dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma al Nucleo P.E.F. di Modena.

Le indagini svolte hanno consentito di accertare che gli indagati (complessivamente quattro, compreso l’uomo destinatario della misura cautelare), sfruttando fraudolentemente la normativa di agevolazione fiscale in materia di ACE – Aiuto alla Crescita Economica – ed alterando la documentazione societaria (le società amministrate di fatto dall’indagato individuate dalla polizia Giudiziaria erano almeno sette) e le dichiarazioni fiscali della holding del gruppo societario (composto da almeno quattro società tutte riconducibili all’indagato e da lui amministrate di fatto), attraverso un artificioso conferimento di circa 10 miliardi di euro, rappresentato da “buoni-lavoro”, strumento finanziario non riconosciuto dagli organi di vigilanza e privo di alcun valore economico, avrebbero creato un fittizio credito di imposta quantificabile in ben 24 milioni di euro.

Il credito d’imposta così fittiziamente creato dall’indagato e dai complici, veniva poi utilizzato principalmente per abbattere il debito tributario verso l’Erario dovuto dalle società riconducibili all’indagato.

L’attenta analisi della documentazione societaria e bancaria eseguita dalla Guardia di Finanza di Modena ha anche permesso di ricostruire due operazioni di auto-riciclaggio  per complessivi 2,5 milioni di euro circa, poste in essere dalla persona destinataria della misura cautelare, attraverso  il  trasferimento di parte del credito d’imposta fittizio a due società (gestite di fatto dall’arrestato) per la capitalizzazione delle stesse.

L’indagato colpito dalla misura è stato rintracciato nella suite di un albergo a cinque stelle della costa romagnola dove lo stesso da oltre un anno abita stabilmente, nonostante risulti aver presentato negli ultimi cinque anni solo le dichiarazioni per gli anni d’imposta 2017, 2019 e 2020 indicando nelle stesse redditi rispettivamente per € 24mila, € 42mila e € 31 mila, versando imposte per soli 9mila euro.

Durante la perquisizione eseguita oggi, la polizia giudiziaria ha anche rinvenuto e sequestrato cinque orologi di lusso.