Il dato provvisorio relativo ai prezzi al consumo di agosto registra un ulteriore aumento, arrivando all’8,4% su base annua rispetto al 7,9% di luglio scorso. I responsabili principali dei nuovi rialzi, ancora una volta, sono i beni energetici che crescono di 2 punti percentuali, raggiungendo il 44,9% in più rispetto allo scorso anno, ma anche i prezzi di tutti gli altri beni mostrano, in modo diffuso, segni di aumento seppure in diversa misura.

“Un dato inflazionistico che in Italia non si registrava da 35 anni – afferma Mauro Rossi, Presidente Provinciale Confesercenti Modena. La situazione è davvero drammatica anche per le piccole imprese della nostra provincia, alle prese con i continui rincari. La prospettiva del calo dei consumi delle famiglie è poi particolarmente pesante per le piccole imprese dei settori commercio e turismo, che dipendono totalmente dal mercato interno. E che rischiano di rimanere schiacciate tra il rallentamento dei consumi e l’aumento dei propri costi fissi. Da un lato infatti la previsione di un calo delle vendite legato alla pesante flessione della spesa delle famiglie e dall’altro, senza un intervento immediato, costi energetici che nei prossimi 12 mesi sono stimabili, per le piccole imprese di turismo e terziario, in una maxi-bolletta nazionale da 11 miliardi di euro, circa 8 miliardi in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Una stangata insostenibile, calcolata sulla base delle tariffe attuali di luce e gas, che potrebbe ulteriormente aggravarsi in assenza di misure efficaci”.

“Positiva l’apertura sul price cap a livello europeo: ora è però urgente raggiungere un reale accordo sul tetto al prezzo del gas. Nel contempo va esteso anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh), ne vanno aumentate le percentuali almeno al doppio (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) con una proroga delle misure a fine 2022. Inoltre, per diversificare le fonti energetiche, va previsto un bonus al 110% per gli investimenti utili alla produzione di energia pulita. Non c’è tempo da perdere: senza interventi tempestivi il caro-bollette rischia di far chiudere decine di migliaia di imprese e lasciare senza occupazione centinaia di migliaia di lavoratori” conclude Rossi.