“Si applichino subito i ribassi alle bollette a tutela delle famiglie più in difficoltà, degli anziani e delle imprese” ad affermarlo è Adelmo Lasagni, segretario della Fnp Cisl Emilia Centrale, dopo il recente calo del costo dell’energia, sceso sul mercato di Amsterdam anche sotto i 100 euro al megawattora, segnando così un -30% in soli 10 giorni, dopo avere sfondato i 340 euro ad agosto.

“Il costo della spesa è aumentata del 10% in pochi mesi, come risultato degli aumenti post Covid e legati alla guerra – afferma il segretario dei pensionati della Cisl – e le bollette molto di più, per altro in tempi rapidissimi. L’aumento dell’inflazione erode sia pensioni che stipendi. Ci dispiacerebbe assistere, come in altre parti d’Italia, al ricorso al pegno, con l’impiego di pensioni, stipendi e preziosi per far fronte a questo drammatico caro vita, accedendo così a uno strumento di finanziamento purtroppo in rapida ascesa”.
“Nelle famiglie – aggiunge Rosamaria Papaleo, segretaria generale Cisl Emilia Centrale – osserviamo un elevato rischio che alcuni famigliari perdano il lavoro per la possibile chiusura di aziende non più in grado di reggere rincari, licenziamenti e casse integrazione. Sappiamo che questo a cascata determina tagli nei servizi pubblici, riduzione degli investimenti e del potere d’acquisto per lavoratori e pensionati. Pertanto oggi ad essere a rischio – prosegue la segretaria – sono soprattutto giovani e anziani, estremi anagrafici della società. I primi perché vedranno ulteriormente rinviato l’ingresso nel mondo del lavoro, i secondi perché fragili economicamente e fisicamente”.
“Se l’importo medio mensile delle 181.700 mila pensioni private erogate a Reggio Emilia dall’Inps è di 1.132 euro – aggiunge il segretario dei pensionati della Cisl, Adelmo Lasagni – sono ben 80.800 le pensioni inferiori ai 750 euro (la media nazionale è di 950). Riteniamo che il calcolo degli esperti di un rincaro delle spese familiari di oltre 1500 €/anno sia sottostimato. A tali incrementi di costo della vita si aggiunge il peso crescente delle tasse dirette e indirette, il ricorso, sempre più necessario, a ricoveri presso strutture per anziani o ad assunzioni di badanti e colf, alla maggior frequentazione di strutture sanitarie private, con gravami aggiuntivi per ticket o prestazioni specialistiche. Inaccettabili, in questo contesto, le infinite liste d’attesa o, addirittura, le agende chiuse”.
La pensione media dell’Inps bassa per la metà delle elargizioni, pare indicare uno stato di prepovertà per una base di migliaia di persone per la provincia di Reggio Emilia.
“Esprimiamo preoccupazione – conclude Lasagni – per le famiglie degli anziani ricoverati presso le Rsa (6 persone ogni 1000 abitanti) o strutture semiresidenziali (2,4 ogni 1000 abitanti), devono fare fronte a rette già elevate che rischiano di diventare insostenibili a fronte delle pesantissime bollette energetiche delle strutture. Da qui l’appello dei pensionati reggiani alla Regione Emilia-Romagna per una misura straordinaria per fare fronte al caro bollette e per rilanciare, la centralità delle politiche sociali e dell’inclusione a favore dei soggetti più fragili, della famiglia e degli anziani”.