Si intitola “Brevi manu: consegnato a mano personalmente” lo spettacolo teatrale in programma domenica 13 novembre, alle ore 17 al teatro Bismantova, per la regia e l’adattamento drammaturgico di Franca Tragni. Uno spettacolo importante, che ha già avuto molto successo nelle repliche tenute in diversi teatri parmensi e reggiani, e che vede in scena fisioterapiste e meravigliosi attori (ma ancor prima persone) con la malattia di Parkinson.  “Brevi manu” scritto e interpretato dalla compagnia Tremanti di Passione, è il risultato di un laboratorio di teatro nato nel 2019 allo scopo di stimolare non solo con la fisioterapia gli ammalati di Parkinson.

“Il teatro infatti – spiega una delle promotrici del progetto, Simona Ferrari – richiede varie competenze come l’uso della voce, la memoria, i gesti e tanto altro. È grazie all’aiuto di una nota regista e attrice di Parma, Franca Tragni, alla sua esperienza e sensibilità che è  nato questo spettacolo. L’unione parkinsoniani di Parma ci ha appoggiato fin dal primo momento in questo progetto, che vede anche il sostegno del Lions Club Parma Farnese, ma dobbiamo ringraziare anche l’assessore alla cultura di Castenovo Monti Emanuele Ferrari che ci ha dato la possibilità di esibirci al Bismantova.

Quella del 13 novembre sarà la 7^ replica di uno spettacolo che ha sempre registrato il favore della critica e del pubblico ed è la seconda volta che viene portato in scena in territorio reggiano. Una rappresentazione che ha aspetti estremamente originali, un modo per i pazienti e le terapiste di mettersi a nudo con i loro vissuti, paure, emozioni per condividerle generosamente con il pubblico. E non mancano momenti di pungente ironia.

Spiega la regista Franca Tragni: “Il corpo e la voce sono gli strumenti che solitamente ogni attore e ogni attrice usa per rappresentare in teatro qualcun altro o qualcun’altra. In Brevi manu le attrici e gli attori non fingono, nessun artificio: i loro corpi e le loro voci sono talmente potenti che non ho avuto bisogno di null’altro. Loro riempiono tutto lo spazio scenico, l’energia sfonda la quarta parete e accorcia le distanze”.

Conclude Simona Ferrari: “Il laboratorio è stato una vera sorpresa per noi fisioterapiste perché non pensavamo che i nostri pazienti si impegnassero così a fondo e raggiungessero questi risultati ma soprattutto perché ci hanno dato la possibilità di uscire dalla veste professionale per conoscerli come le persone che tutti noi siamo. Per loro è un continuo sperimentare e scoprire nuove potenzialità. Durante lo spettacolo o le prove ancora ci commuoviamo alle parole che sentiamo, perché sono parole di vita vera, di coraggio e resilienza”.