Sciopero di 4 ore venerdì 7 luglio dei lavoratori metalmeccanici proclamato da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil con presidio di 200 lavoratori il pomeriggio davanti alla Prefettura di Modena (viale Martiri della Libertà,34) dalle ore 16 alle 18. I rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm nel corso del presidio chiederanno di essere ricevuti dal Prefetto.

La mobilitazione di venerdì prossimo ha carattere nazionale con presidi e manifestazioni nelle principali città italiane, ed è stata decisa dai sindacati di settore per il rilancio industriale, l’occupazione, gli investimenti, per la transizione sostenibile, per risolvere le crisi aziendali aperte.

“Le metalmeccaniche e i metalmeccanici stanno vivendo una condizione economica e sociale molto delicata – spiega la nota di Fim, Fiom e Uilm – Sono anni che il nostro Paese vede ridursi la sua base produttiva e, nell’attuale fase di grandi trasformazioni e di processi di transizione — ecologica, digitale, energetica e tecnologica — sono mancati da parte della politica e dei governi gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’industria. Nel settore metalmeccanico sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte del Governo attuale e senza i quali si rischia di peggiorare la condizione economica, industriale e sociale, già caratterizzata da prospettive di particolare incertezza. E necessario rimettere al centro il lavoro dell’industria metalmeccanica e impiantistica se si vuole una reale transizione, altrimenti si rischia di aggravare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori già appesantita da pandemia, crisi, instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record, che erode il potere di acquisto dei salari.

Fim, Fiom e Uilm si mobilitano per rivendicare il ruolo del pubblico a partire dalle responsabilità del Governo. Servono scelte politiche e industriali per far sì che i cambiamenti diventino altrettante occasioni.

Fim, Fiom e Uilm chiedono:

– l’apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per definire i piani di sviluppo;
– l’incremento e il confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire l’occupazione;
– valorizzare e sostenere il reddito da lavoro;
– l’impegno comune al confronto e all’uso delle risorse del Pnrr per lo sviluppo del settore metalmeccanico;
– la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati alla transizione ecologica e digitale;
– l’incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro e favorire l’occupazione giovanile;

– un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario;
– intervenire per aumentare la dimensione d’impresa, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.

Il lavoro nell’industria metalmeccanica e impiantistica è da sempre centrale per l’economia del nostro paese e deve diventare l’elemento propulsore del suo futuro e di un nuovo sviluppo.
Per Fim, Fiom e Uilm occorre dare un futuro all’industria metalmeccanica”.