Questo rapporto non vuole essere un excursus generale sul fenomeno del gioco d’azzardo in Italia; in particolare non tratteremo i fondamentali aspetti di carattere sanitario, con l’importante impegno del Sistema Sanitario rispetto alle patologie derivate dal gioco. Ancor meno vogliamo tratteggiare una indagine sociologica sull’azzardo, la sua storia e la sua penetrazione nella società. Non tratteremo nemmeno dell’impegno di tante Amministrazioni locali – non tutte, a dire il vero – per contenere nel proprio territorio il dilagare dell’azzardo, i cui effetti negativi, sociali ed economici, non sono a nostro parere sufficientemente indagati. Il focus del documento verte sulle cifre del fenomeno online, sulla sua crescita apparentemente inarrestabile e sulle evidenti anomalie dei dati del gioco da remoto nel nostro Paese.

Una crescita clamorosa. In Italia innumerevoli sono i luoghi e le condizioni in cui si può giocare d’azzardo: slot machines, videolottery, gratta e vinci, scommesse sportive, lotto. Nel 2019 l’azzardo online rappresentava la metà di quanto giocato fisicamente. Nel 2020 i locali dell’azzardo sono stati chiusi per sei mesi a causa della pandemia, provocando il primo sorpasso del giocato online. Superamento confermato nel 2021, a fronte degli stessi mesi di chiusura. Nel 2022, senza più restrizioni di natura sanitaria, il gioco fisico è cresciuto moltissimo senza tuttavia raggiungere i livelli prepandemici. Il gioco online invece ha superato nel 2022 i 73 miliardi di euro, non solo confermando il sorpasso ma raddoppiando nei numeri rispetto al 2019. Nei primi sette mesi del 2023 si registra una ulteriore crescita del 10%, rendendo probabile il superamento degli 80 miliardi a fine anno, nel solo online. Nella fascia d’età 18-74 anni (dove si concentra la quasi totalità dei giocatori) il gambling online corrisponde nel 2022 alla incredibile cifra di 1.719 euro annui pro capite, con marcate differenze nelle diverse aree del Paese. I giochi di carte e le roulette rappresentano i tre quarti del giocato online. In tutte le tipologie di azzardo legale, nel 2022, gli italiani hanno speso 136 miliardi di euro, con una crescita del 22,3% rispetto all’anno precedente. Il valore complessivo delle giocate supera così il 7% del PIL nazionale (a titolo di comparazione si evidenzia che il valore aggiunto generato dalle attività turistiche corrisponde al 6% del PIL; 13% se si considera l’intero indotto turistico comprensivo di voci come la ristorazione e il trasporti). L’azzardo in Italia è una torta sempre più grande, che cresce di dimensioni e nella quale la fetta dei volumi lordi giocati online è in tendenziale ampliamento ed è destinata a divenire, nel breve-medio periodo, la parte strutturalmente più rilevante in tutti i territori. L’azzardo da remoto rappresenta un canale di gioco il cui livello di consolidamento e di espansione è indicativo di modifiche strutturali sia nelle abitudini di gioco che nell’offerta di azzardo disponibile e implementabile sulle piattaforme. La modalità di gioco fisica è però tutt’altro che superata e, in molte realtà territoriali, si sta ritornando ai valori assoluti pre-pandemia. Non esiste una contrapposizione “gioco fisico VS gioco online”, oggi semplicemente si è ampliata l’offerta. Si sta diffondendo la figura del “supergiocatore” in grado di accedere alle piattaforme da remoto ma che non rinuncia alla frequentazione delle sale da gioco fisiche.

Ma quanti sono 136 miliardi? La manovra finanziaria del Governo per il 2023 è stata di 35 miliardi di euro. La spesa complessiva per la Difesa prevista per il medesimo anno è pari a 27,7 miliardi, mentre la spesa per l’Istruzione è prevista a 52 miliardi di euro. Stiamo parlando del solo gioco online; sommando l’intero “investimento” degli italiani e delle italiane in azzardo legale, nel 2022 raggiungiamo i 136 miliardi. Una cifra vertiginosa, maggiore del finanziamento per il Servizio Sanitario Nazionale, che si attesta a 128 miliardi di euro per il 2023. La spesa alimentare complessiva, stimata nel 2022 vicina a 160 miliardi di euro, rimane superiore al momento, ma considerando il calo dei consumi causato dalla crescita dei prezzi, il sorpasso dell’azzardo sul carrello della spesa sembra ormai vicino.

L’Italia d’azzardo, un record europeo di cui faremmo a meno. L’Italia ha diversi record negativi in Europa: siamo agli ultimi posti per connessioni internet, abbiamo la minore diffusione del wi-fi, i maggiori buchi nella copertura della Rete, siamo sotto al 50% per copertura Internet ad alta velocità. Incredibilmente, nonostante questi numeri, l’Italia è nelle primissime posizioni nella classifica mondiale per diffusione dell’azzardo online, a partire dalle aree subnazionali dove i problemi citati sono maggiori. Dalla “visuale dell’azzardo”, Calabria, Campania e Sicilia vedrebbero prevalere i “cittadini tecnologici”. Un fenomeno che riguarderebbe soprattutto i centri medi e medio piccoli, proprio quelli che evidenziano le maggiori criticità in termini di occupazione e con problematiche significative nel tessuto civile. Esiste una relazione inversa fra la situazione socioeconomica finanziaria e l’incremento della raccolta complessiva dei giochi d’azzardo. All’acutizzarsi della crisi (reale o percepita) corrisponde una crescita della propensione al gioco e una conseguente contrazione dei consumi. Motore di questa dinamica, alimentata dalla crescente pubblicizzazione dei giochi d’azzardo legali, è l’idea illusoria di una vincita in grado di garantire la risoluzione “in un colpo solo” dei problemi economici correlati alla crisi.

L’azzardo online è indubbiamente uno dei più importanti canali di riciclaggio di capitali sporchi. È una evidenza, lo dicono con chiarezza anche i numeri del nostro rapporto. Nei territori ad alto tasso di criminalità organizzata la quantità di giocato online è abnorme. Nelle provincie di Benevento, Crotone, Reggio Calabria, Messina, Siracusa e Palermo si giocano somme triple o quadruple rispetto a Modena, Bergamo, Firenze, Trieste, Padova e Verona. Negli Enti Locali che hanno o hanno avuto decreti di scioglimento per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso, i numeri sono impressionanti. Non solo mafie però: l’azzardo, fisico e online, è infatti un luogo privilegiato per il riciclaggio di somme provenienti da aree imprenditoriali a storica elevata irregolarità, come il settore turistico pubblici esercizi (si vedano i dati anomali delle località costiere, a partire dalla Liguria) e l’imprenditoria cinese (che gestisce anche numerose sale slot). Tutto da indagare poi, nel grande e recente balzo dei numeri dell’azzardo online, il possibile effetto della forte crescita di attività nel settore delle costruzioni, dovuto al 110%, ed alle consistenti opacità che si stanno registrando.

Dentro alla trappola. I giovani e l’azzardo online. In una recente indagine di Federconsumatori Modena su un campione di oltre mille ragazzi delle Scuole Superiori modenesi, è risultato che un terzo, quasi tutti minori, ha dimestichezza con l’azzardo. In ogni classe ci sono mediamente tre ragazzi (il 12% del campione) che vedono l’azzardo al centro del proprio futuro. Non pare esserci una questione di genere, con numeri che si spostano tra ragazzi e ragazze solo nell’attrazione che esercitano i diversi giochi. Comincia ad essere evidente che una serie di videogiochi, considerati innocui, predispongono all’azzardo fin dall’infanzia. È il caso di quei giochi che simulano vincite o che richiedono acquisti in app per continuare a giocare. Per i più giovani il sorpasso sul gioco fisico da parte del gambling da remoto è cosa avvenuta da tempo. In questo senso quella dei giovani è singolarmente l’area più matura per esaminare il fenomeno e le sue implicazioni. Si gioca in classe, nella propria camera, in assenza di ogni controllo sociale possibile nel gioco fisico. Grazie alle carte prepagate si giocano somme sempre maggiori, spesso nella disattenzione dei genitori. La fascinazione che sui ragazzi ha poi il trading online, i cui contorni per molti versi non sono diversi dall’azzardo, è una ulteriore complicazione per chi opera nel tentativo di contenere la crescita dell’azzardo.

Un bilancio sociale è urgente! La crescita del gambling online mette in crisi chi vede del fenomeno dell’azzardo solo gli importanti effetti sulle entrate dello Stato. La riduzione delle entrate erariali è un motivo in più per esigere un bilancio sociale dell’azzardo che, alla tassazione e al numero degli occupati, affianchi le uscite e le spese complessive. Quanto vale il peso dell’azzardo sulla collettività, sulla Sanità, sui bilanci pubblici? Quanto costa
un matrimonio distrutto dall’azzardo? O una vita di disastri economici, personali e familiari? Quanto costa una vita che non parte, quando ci si perde fin da giovani nel tentativo di trovare scorciatoie che spesso portano ad un burrone? Quanto costa un furto, la perdita del lavoro, il finire in mano agli strozzini? Quanto costa la disperazione, la depressione? Quanto costa un suicidio?

Che fare? Le strade sbagliate sono molte. La prima strada sbagliata è non fare nulla, rassegnarsi alla crescita inarrestabile del gaming online, magari per poi utilizzare una minima parte delle risorse dell’Erario per azioni inefficaci e simili al tentativo di vuotare il mare con un cucchiaino. La seconda è l’appesantimento della tassazione sull’online, del tutto inutile al contenimento del gioco. La terza, l’idea più balzana di tutte: quella di creare una forma di prelievo diretto dalla tassazione sull’azzardo che sia destinata ai Comuni, in base al giocato sul territorio. Comuni che a quel punto potrebbero avere interesse ad abbassare ogni forma di contenimento, magari anche a competere tra loro, facendo nascere tante piccole Las Vegas nel gioco fisico, e dando implicita copertura alle illegalità nell’online. Ovviamente si tratta di una visione miope, che non considera le ricadute, anche economiche, nel territorio. Ad esempio, una larga parte delle persone assistite dai Servizi Sociali in ambito comunale, hanno l’azzardo come causa o concausa dei propri problemi.

Che fare quindi? Nessuno immagina di vietare l’azzardo, ma è indispensabile costruire un percorso che riporti i numeri a dimensioni accettabili. Il primo fronte è quello del contrasto reale ai fenomeni criminosi, a partire dal riciclaggio dei proventi di attività illecite, che si nascondono dentro e attorno al gioco d’azzardo, fisico e online. Il diciottenne o il disoccupato che giocano online migliaia di euro, la vecchina di novant’anni che gioca online a Texas Hold’em, sono prestanome, ma anche persone identificabili, che debbono essere chiamate a chiarire. Magari scoprendo, com’è recentemente accaduto, che la vecchina altri non era che Matteo Messina Denaro. Ma sono i “registi”, le complicità diffuse, nel mondo economico e non solo, quelle che vanno contrastate e svelate. È inoltre necessario porre limiti alla straordinaria capacità di comunicazione e di marketing del settore, nonché porre il divieto agli incentivi, alle pseudo erogazioni di denaro gratuite utili ad accalappiare i clienti, a partire dai più giovani. Va garantita l’inaccessibilità del gioco ai minori; un divieto già esistente ma facilmente aggirabile. Va ridotta l’inverosimile quantità di giochi, fisici e online, ed il divieto di pubblicità non può essere aggirato con decine di falsi siti informativi. Ancora, va posto il tema dell’accertamento della reale identità del giocatore e della tracciabilità dei flussi di denaro. Il gioco online,
almeno per i soggetti preposti al controllo, deve diventare una casa di vetro. Il tutto deve inserirsi in una Legge quadro che in Italia manca. Infine, va lanciata una vera e propria battaglia culturale, in particolare nelle scuole, verso i giovani, per chiarire cos’è davvero l’azzardo. Senza tentazioni proibizionistiche e soprattutto senza moralismi. È sufficiente, crediamo, descrivere la realtà.

Ah, dimenticavamo. Va anche messa sotto controllo, o almeno evidenziata, l’attivissima e ricchissima lobby delle aziende dell’azzardo; quella che è riuscita, nel silenzio generale, ad ottenere dal Parlamento nel 2019 l’incomprensibile divieto di diffusione dei dati di dettaglio dell’azzardo fisico in Italia. L’assenza di divieto per il gioco online da una parte segnala che quelle imprese non sono ancora rappresentate in questo Paese, dall’altro ci consente di presentare il rapporto che segue. I numeri, almeno in questo segmento dell’azzardo, sono ancora liberi. Per il momento.
Sul fronte della diffusione dei dati, rappresenta un importantissimo risultato la recente approvazione bipartisan, in Commissione finanze, dell’emendamento presentate dall’On. Stefano Vaccari. L’emendamento chiede di tornare alla libera circolazione dei dati relativi all’azzardo (incluse le informazioni comunali relative ai dispositivi AWP e VLT). L’approvazione dell’emendamento può rappresentare la base per avviare un percorso per la definizione di una legge di regolamentazione del settore. Ora Governo e Parlamento sono chiamati a completare il percorso per rendere nuovamente disponibile l’intera gamma dei dati sull’azzardo a livello territoriale comunale. Link al report