Un momento del convegno al San Carlo

L’Europa non è un bancomat, lavorare con i fondi dell’Unione europea non deve essere un’attività estemporanea con l’unico obiettivo di ottenere finanziamenti, ma una grande opportunità per i Comuni per progetti frutto di scelte strategiche per il territorio che hanno nell’Ue “un partner strategico di sviluppo e di coesione”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli venerdì 24 novembre ha aperto così il convegno su “L’Europa degli enti locali.

L’Emilia-Romagna e la sfida dei fondi europei: organizzazione, capacità e competenze” dedicato a fare il punto sullo stato di attuazione dei progetti finanziati dall’Unione europea in regione con il Pnrr e con la programmazione 2021-2027. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’europarlamentare Elisabetta Gualmini, il sindaco di Ravenna e presidente dell’Unione Province italiane Michele de Pascale, Nicola De Michelis della Commissione europea (Direzione generale Politica regionale e urbana, direttore Unità Crescita intelligente e sostenibile) e Giorgio Centurelli (ministero Ambiente e sicurezza energetica, Direzione generale gestione finanziaria, monitoraggio, rendicontazione e controllo).
Dopo aver ricordato i 77 milioni di euro che il Comune ha ottenuto dal Pnrr con i progetti definiti nell’ambito del programma Next Generation Modena (dalla rigenerazione urbanistica alla riqualificazione energetica e all’idrogeno, dalle scuole all’impiantistica sportiva, fino all’innovazione digitale), il sindaco ha spiegato che mentre si è impegnati per portare a termine nei tempi corretti i tanti interventi avviati è necessario guardare già alla nuova programmazione europea perché è da lì che passa la sfida del futuro.
Durante il convegno è stata presentata anche una pubblicazione realizzata dall’Ufficio Europa del Comune, una sorta di vademecum per può aiutare altri Enti locali a sviluppare servizi analoghi.
Grazie all’attività avviata negli anni Novanta, ha ricordato il sindaco, il Comune di Modena ha intercettato risorse europee per una cifra complessiva intorno ai 144 milioni di euro. Non solo Pnrr, quindi, ma anche i Fondi a gestione diretta attribuiti alla città, che in questi anni hanno superato i 10 milioni di euro, e il Fondo Sviluppo e Coesione, con oltre 25 milioni di euro, mentre con i fondi strutturali e di investimento europei sono stati sfiorati i 32 milioni di euro e qui ci sono anche le risorse recentemente attribuite dalla Regione con l’Agenda trasformativa urbana per lo sviluppo sostenibile (Atuss) che prevede investimenti per oltre 20 milioni di euro, con quasi 14 milioni di contributi, per il completamento della riqualificazione dell’ex Ospedale Estense, la rigenerazione della Stazione piccola (nuova sede di Its Maker), la prosecuzione della Diagonale ciclabile, oltre al sostegno delle attività del Laboratorio Aperto (facilitazione digitale e realizzazione di comunità digitali) e all’intervento al Centro stranieri con un nuovo spazio per l’inclusione sociale.
Ma l’attività dell’ufficio Europa, con il centro Europe Direct Modena, si è sviluppata anche sull’educazione alla cittadina europea stimolando, con un’intensa attività anche nelle scuole, l’attenzione ai diritti e ai doveri, a ciò “che significa per i nostri giovani in termini di opportunità, protezione, diritti riconosciuti e libera circolazione”.
Il convegno è una delle azioni previste dal progetto “Modelli organizzativi e know-how per la gestione dei fondi europei negli enti locali: buone pratiche, formazione e orientamento”, realizzato dall’Ufficio Progetti europei, relazioni internazionali e coordinamento progetti complessi del Comune di Modena, con il finanziamento della Regione Emilia-Romagna. Obiettivo del progetto è rafforzare la capacità di Comuni e Province dell’Emilia-Romagna di cogliere le opportunità di finanziamento dell’Unione europea e di gestire efficacemente le risorse ottenute.

LA GUIDA PER LAVORARE CON L’UE

A che cosa serve un Ufficio Europa in un Comune e quali competenze deve avere al suo interno? Quali relazioni deve stabilire con i diversi settori della propria amministrazione? Che formazione devono avere gli operatori?

Sono solo alcune delle domande alle quali cerca di rispondere la pubblicazione “L’Europa degli enti locali, Spunti di riflessione per lavorare bene con l’Unione europea” realizzata dall’Ufficio Progetti europei, relazioni internazionali e coordinamento progetti complessi del Comune di Modena, collocato nell’ambito della Direzione generale, sulla base dell’esperienza sviluppata fin dalla metà degli anni Novanta.

Già da tempo la struttura modenese offre consulenza e assistenza tecnica alle città, alle Province, alle Unioni o ai piccoli Comuni che vogliono dotarsi di una struttura di questo tipo (sono ormai 54, un po’ in tutta Italia, gli enti locali che se ne sono avvalsi) e ora è stato stilato un vero e proprio vademecum che affronta il tema dei modelli organizzativi e di governance da adottare per operare con i fondi europei, e più in generale in materia di politiche europee.

“Si parte, infatti, chiedendo come si fa a organizzare e mantenere nel tempo un buon Ufficio Europa – spiegano gli autori – e si finisce per riflettere sulle competenze da acquisire per intercettare in maniera efficace le risorse dell’Ue, su come è possibile gestire la grande mole di lavoro che i fondi europei richiedono e su come riuscire a far lavorare bene l’Ufficio Europa con il resto dell’amministrazione. Sono spunti di riflessione – aggiungono – frutto dell’esperienza e del confronto serrato sviluppato negli anni con altre pubbliche amministrazioni di tutto il territorio nazionale. Soluzioni e approcci sono diversi, ma l’obiettivo comune è quello di trovare gli strumenti più efficaci per lavorare bene nella propria realtà con l’Unione europea”.