Nella tarda serata di mercoledì è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Economia di concerto con Mit e Masaf che prevede un riallineamento delle accise della benzina e del gasolio. Questo comporterà – denuncia FAIB Confesercenti Modena – un rincaro di 1,5 centesimi per litro di gasolio, andando a gravare sulle tasche di automobilisti e sul settore dell’autotrasporto.
“Se pur il provvedimento era atteso, il metodo adottato ha colto di sorpresa i gestori degli impianti di carburante che hanno tempestato di telefonate e di messaggi le nostre sedi di Confesercenti chiedendo chiarimenti, poiché hanno avuto difficoltà a comprendere la diminuzione del prezzo della benzina e il contestuale aumento del gasolio, senza che ci fossero adeguate istruzioni su come “trattare” le giacenze dei singoli prodotti” afferma Franco Giberti, Presidente Provinciale FAIB Confesercenti Modena.
“Ricordiamo che, sulle accise, viene applicata anche l’IVA, attualmente fissata al 22%. Quindi, anche un aumento minimo delle accise, si traduce in spesa significativa per chi utilizza quotidianamente un mezzo a gasolio. Inoltre, ricordiamo anche che l’Italia è uno dei paesi con la tassazione più alta sui carburanti: all’inizio del 2025 l’incidenza era di oltre 1 euro per litro sulla benzina (pari al 58%) e di 0,929 euro al litro sul gasolio (pari al 54%)”.
Senza creare allarmismi, come già accaduto nel corso del riallineamento (dopo la riduzione dell’accisa approvata dal Governo Draghi), avvenuto nel 2022 che ha generato confusione fra i consumatori e contrapposizione con la categoria dei Gestori additati come “speculatori” e per i quali era stato previsto l’ulteriore adempimento dell’esposizione del cartello dei prezzi medi regionali obbligo poi cancellato dal Consiglio di Stato, rimangono perplessità anche in merito alla destinazione delle maggiori entrate. Da quanto emerso dal decreto infatti, le entrate, stimate intorno al miliardo di euro, andrebbero destinate all’incremento del Fondo nazionale per l’autotrasporto pubblico locale e per il rinnovo del contratto del settore.
“Dal nostro punto di vista – aggiunge Giberti – sarebbe stato più opportuno che una parte delle risorse aggiuntive, reperite attraverso questa manovra sulle accise, fosse destinata a finanziare la ristrutturazione e ammodernamento della rete carburanti, oggetto ancora oggi di dispute inutili e di veti incomprensibili da parte dei petrolieri. La nostra proposta era e lo è tuttora l’introduzione dell’accisa mobile, con l’obiettivo di arrivare a una tassazione europea omogenea sui carburanti”.
“Ci auguriamo che, come spesso accade, non ci siano provvedimenti esplicativi a posteriori che potrebbero introdurre gravami economici e fiscali sulla categoria. Questo aumento avrà ripercussioni su tutta la filiera di prezzi e, di conseguenza, si tradurrà in un incremento dei costi per beni di consumo, dall’abbigliamento al settore dell’alimentare” conclude Giberti.