Inclusione, attrattività e formazione di qualità: sono i tre elementi centrali che emergono dal quadro tracciato per l’Università di Bologna all’interno del nuovo Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.

 

IL PROFILO DEI LAUREATI UNIBO

Per quanto riguarda il Profilo dei laureati, l’indagine ha preso in considerazione più di 305 mila laureati di 80 università. Di questi, 20.527 sono laureati dell’Università di Bologna: 10.570 di primo livello, 8.191 magistrali biennali e 1.766 a ciclo unico.

I dati sottolineano prima di tutto la forte attrattività che l’Università di Bologna continua ad esercitare, sia a livello nazionale che internazionale. Il 45,8% dei laureati dell’Alma Mater proviene infatti da fuori regione, quasi il doppio rispetto alla media nazionale, che si ferma al 24,5%. In particolare, proviene da fuori regione il 40,1% dei laureati triennali, il 53,7% dei laureati magistrali biennali e il 43,9% dei laureati nei corsi magistrali a ciclo unico.

Continua a crescere, inoltre, il numero di laureati con cittadinanza estera, che arriva al 7,6% (erano il 7,2% lo scorso anno): anche in questo caso numeri sopra la media nazionale (che si ferma al 5,3%), con una forte presenza in particolare tra i laureati magistrali (12% contro una media nazionale del 9,1%). Questi numeri riflettono la tendenza di forte crescita degli studenti internazionali, che quest’anno ha fatto segnare un +23% di nuove immatricolazioni di studenti con cittadinanza estera.

Questa attrattività va di pari passo con un forte impegno per l’inclusione, per i servizi destinati a studentesse e studenti e per una formazione di qualità. E i dati lo confermano. Sono nettamente superiori alla media i laureati e le laureate dell’Alma Mater che terminano il loro percorso di studi nei tempi previsti: il 67,9% contro il 58,7% a livello nazionale. In particolare, si laurea in corso il 70,9% di chi si iscrive a un corso di laurea triennale (58,5% la media nazionale), il 66,6% di che sceglie un corso di laurea magistrale biennale (61,2% la media nazionale) e il 55,6% di chi sceglie un corso di laurea magistrale a ciclo unico (51,4% la media nazionale).

Altro punto di forza che emerge dai dati, ancora sul fronte del respiro internazionale, è il numero di laureati che ha svolto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea: il 15,7% del totale (in crescita rispetto all’14,4% dell’anno scorso), contro una media nazionale che si ferma al 10,3%. Tra questi c’è un 13,2% di laureati triennali (7,8% la media nazionale), un 18,7% di laureati magistrali biennali (13,2% la media nazionale) e un 17,3% di laureati magistrali a ciclo unico (14,8% la media nazionale).

Resta molto elevato, inoltre, il numero di studentesse e studenti che ha svolto esperienze di tirocinio riconosciute dai corsi di studio. Tra i laureati dell’Alma Mater sono il 61,9% (61% la media nazionale): il 57,7% tra i laureati triennali, il 66,5% tra i laureati magistrali, il 65,9% tra i laureati magistrali a ciclo unico.

Tutto questo si può sintetizzare con un ultimo dato: nel complesso, l’89,5% delle laureate e dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria all’Alma Mater. In particolare, l’88% è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’84,4% dei laureati le ritiene adeguate, l’83,8% ritiene adeguato il carico di studio del corso di laurea. Il 72% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 14,9 si riscriverebbe all’Alma Mater, ma cambiando corso.

 

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI UNIBO

Il nuovo Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati ha riguardato in totale circa 690 mila laureati di 81 università. Di questi, 37.961 sono laureati dell’Università di Bologna. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti dall’università nel 2023 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati dopo cinque anni.

Rispetto ai laureati triennali dell’Alma Mater (sono 9.609 gli intervistati), a un anno dalla laurea risulta ancora iscritto all’università il 65,6%. Tra quelli che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti ad un nuovo corso di laurea (32,4%), il tasso di occupazione arriva al 76,8 (in crescita rispetto al 71,4% dello scorso anno).

Per quanto riguarda invece i laureati di secondo livello del 2023, quelli contattati a un anno dal titolo sono 9.869 (di cui 8.193 magistrali biennali e 1.676 magistrali a ciclo unico). Il tasso di occupazione è pari all’80,8%, in crescita rispetto al 78,9% dell’anno scorso e superiore alla media nazionale, che si ferma al 78,6%. Nel complesso, il 19,5% dei laureati prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 17,6% ha invece cambiato lavoro; il 62,9% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 25,9% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 23,7% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 7,3% svolge un’attività in proprio.

Numeri positivi sull’occupazione che si confermano e si rafforzano guardando agli 8.847 laureati Unibo del 2019 contattati a cinque anni dalla laurea (di cui 6.797 magistrali biennali e 2.050 magistrali a ciclo unico). In questo caso, il tasso di occupazione arriva infatti al 90,8%, in crescita rispetto all’88,8% dello scorso anno e superiore alla media nazionale dell’89,7%. Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 55,4%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono 13,8%. Svolge un’attività in proprio il 14,6%.

Ma dove vanno a lavorare? Il 61,2% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 33,7% nel pubblico e il 5% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 78% dei laureati occupati, mentre l’industria ne accoglie il 20,6%; lo 0,9% lavora nel settore dell’agricoltura.