“Il Comune di Modena è in linea con gli obiettivi del Pair 2030 e rispetta i criteri fissati per i controlli ambientali. Stiamo valutando una serie di interventi per rafforzare la nostra capacità di intercettare comportamenti non conformi alle ordinanze antismog, anche con nuove collaborazioni tecnico-scientifiche e maggiori verifiche sul campo”. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente Vittorio Molinari rispondendo, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 5 giugno, all’interrogazione del consigliere Andrea Mazzi (Modena in ascolto) sull’efficacia delle ordinanze per il contenimento dell’inquinamento.
In particolare, nella sua interrogazione, Mazzi aveva sollevato alcune perplessità in merito al numero limitato di controlli (279 in sette mesi) e di sanzioni per violazione dell’ordinanza, chiedendo chiarimenti sull’effettiva conoscenza dei dati da parte dell’Amministrazione, sui controlli relativi agli impianti di riscaldamento domestico, sui costi sostenuti per la comunicazione, sull’esistenza di contributi regionali per l’applicazione delle ordinanze e su eventuali proposte di modifica della pianificazione regionale, così da abbandonare misure definite dal consigliere “inefficaci e socialmente inique”.
Intervenendo in aula l’assessore Molinari ha innanzitutto precisato che “il numero di 279 controlli citato nell’interrogazione si riferisce solo ai controlli specificamente dedicati alla verifica del rispetto dell’ordinanza antismog”. Per una visione completa, ha spiegato, i controlli antinquinamento vanno considerati assieme a quelli eseguiti nell’ambito dell’attività di Polizia stradale che includono anche verifiche di conformità all’ordinanza. “Nel periodo 1° ottobre 2023 – 30 aprile 2024 i controlli sono stati 617, con 153 sanzioni per violazioni al Codice della Strada e 1 per inosservanza della manovra ecologica”.
Riguardo alla discrepanza con i dati menzionati da Mazzi, Molinari ha chiarito che “la differenza, oggettivamente minima, non modifica il quadro complessivo che ha spinto il consigliere a formulare la sua interrogazione” e ha sottolineato che “la cifra di 279 controlli è un dato parziale. Il numero complessivo di controlli effettuati dalla Polizia locale è in linea con il minimo richiesto dal Pair 2030 per Comuni con più di 100.000 abitanti”, ovvero almeno 1200 controlli all’anno.
La divergenza tra i dati, ha aggiunto, è dovuta alla “diversa modalità di rendicontazione: il consigliere chiede i controlli su un determinato periodo di validità dell’ordinanza, mentre la Regione li richiede su base annuale”.
Sull’esiguità delle sanzioni specifiche, Molinari ha chiarito che questa “dipende dalla composizione del parco veicolare – solo circa il 23% è soggetto a restrizioni – e dalle deroghe previste per garantire la mobilità in situazioni meritevoli”. Mentre, per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, ha ricordato che «i controlli sui divieti di utilizzo degli impianti a biomassa avvengono a seguito di segnalazioni specifiche dei cittadini” e che “il Pair 2030 non stabilisce un numero minimo di controlli a causa della difficoltà di accesso alle proprietà private”. I dati parlano 4 controlli nel 2020, 25 nel 2021, 11 nel 2022, 5 nel 2023 e 3 nel 2024. Nessuna sanzione è stata elevata nell’anno in corso.
Riguardo alla comunicazione istituzionale, Molinari ha spiegato che «le attività sono svolte dal personale in servizio e che, per le ultime due campagne, non si sono resi necessari costi per il Comune», grazie al materiale fornito gratuitamente dalla Regione con la campagna “Liberiamo l’aria”.
Sul tema dei contributi, “la Regione non eroga fondi per l’applicazione dell’ordinanza in sé, ma il rispetto dell’ordinanza è un prerequisito per ottenere finanziamenti regionali per la mobilità sostenibile». Tra i progetti finanziati, ha così citato gli interventi ciclabili nell’ambito del bando “Bike to Work”, per un valore complessivo superiore a 2,8 milioni di euro, e l’installazione di sensori di monitoraggio del traffico per 450.000 euro.
Rispetto all’efficacia delle misure previste dal Pair 2030, Molinari ha confermato che «i dati sulla qualità dell’aria confermano la necessità di misure puntuali e strutturali» e che «le restrizioni alla circolazione favoriscono il rinnovo del parco veicolare».
Tra gli interventi in fase di valutazione per il breve periodo, l’assessore ha indicato: il potenziamento delle centraline per una rilevazione più precisa dell’inquinamento, l’analisi delle revisioni auto per individuare i veicoli più inquinanti, l’intensificazione dei controlli sulla circolazione, l’avvio del lavoro sul catasto caldaie esistente e la collaborazione strutturata con i docenti di Unimore e associazioni attive sul tema della qualità dell’aria, come Isde.
Dopo la trasformazione in interpellanza dell’interrogazione, Alberto Bignardi (Pd) è intervenuto evidenziando l’importanza di una visione articolata nella lotta all’inquinamento, sottolineando che il problema non si risolve solo con limitazioni all’accesso delle auto più vecchie. Ha ripercorso le normative europee sugli standard delle emissioni, ricordando che “se vogliamo migliorare la qualità dell’aria dobbiamo agire su tre fronti: caldaie, traffico e tipologia di combustibile”. Bignardi ha poi invitato a puntare sull’idrogeno e sul trasporto pubblico.
Martino Abrate (Avs) ha rimarcato che l’inquinamento va affrontato con strategie tecnico-scientifiche e coinvolgendo la popolazione, segnalando che “a Modena abbiamo superato 22 volte in quattro mesi il limite annuo di Pm10”. Ha rilanciato la proposta di una commissione speciale sull’inquinamento e auspicato una collaborazione trasversale tra assessorati per costruire soluzioni strutturali e di lungo termine.
Anche Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha evidenziato le criticità ambientali specifiche di Modena, sottolineando che l’inquinamento non dipende solo dalla classe ambientale delle auto, ma soprattutto dalla mancata manutenzione. Ha proposto maggiori controlli su questi veicoli e sanzioni severe, ricordando anche la necessità di far rispettare il divieto di tenere il motore acceso a vettura ferma.
Giovanni Silingardi (M5s) ha ribadito l’importanza di scelte integrate su mobilità sostenibile, politiche urbanistiche e direttive europee come quella sulle case green. Ha inoltre invitato a basare le decisioni su dati scientifici e ha citato come esempio virtuoso la “città 30” di Bologna, che ha portato una riduzione dell’inquinamento del 18%.
Infine, in sede di replica, Andrea Mazzi (Modena in ascolto) si è detto soddisfatto per l’attenzione ricevuta sull’interpellanza, ma ha criticato la sproporzione tra le misure adottate e l’efficacia reale: “Ci stiamo concentrando molto sul tema del traffico perché è lì che abbiamo più luce, ma forse la chiave l’abbiamo persa altrove.” A questo proposito ha sottolineato che i controlli sugli impianti di riscaldamento sono troppo pochi per essere incisivi.