
La studentessa coinvolta nell’incidente del 4 giugno scorso durante lo stage in azienda (Pcto, ex alternanza scuola lavoro) frequenta la classe 4^ superiore di un istituto professionale della provincia di Modena.
“Non sono bastati i 5 studenti morti durante il Pcto come emerge dal recente report dell’Inail – afferma Flc Cgil – Non bastano le 600 denunce di infortuni nel primo trimestre del 2025 con l’Emilia Romagna che risulta una fra le regioni con più segnalazioni, e non sono bastate nemmeno le critiche avanzate dalla Flc Cgil e dal Consiglio superiore della pubblica istruzione rispetto al tema.
Non sono bastate e non bastano le criticità che da sempre questa organizzazione sindacale denuncia e che sono oggetto anche di revisioni recenti del Governo sulla filiera tecnologico professionale”.
Infatti, la riforma voluta dal Ministro che vuole anticipare la partecipazione degli studenti fin dalla seconda superiore, considerata ancora scuola dell’obbligo, dimostra che “l’attenzione sulle norme di sicurezza e l’attività di Pcto non sono la priorità per il Ministro Valditara la cui unica preoccupazione, che leggiamo in un lancio di agenzia, è quella di attivare le verifiche per accertare le responsabilità e le modalità dell’accaduto” dichiara Eleonora Verde segretaria Flc Cgil Modena.
“Il ministro non ha evidentemente presente che la gestione del Pcto così come pensato, espone sempre più i ragazzi a rischi legati alla sicurezza e alla loro tutela spostando l’obiettivo della scuola da formazione a sfruttamento, utile alle aziende per garantirsi forza lavora non retribuita – prosegue Flc Cgil Modena – Senza contare l’onere e la responsabilità che ricade sui docenti e sulle scuole legata all’alto numero di studenti da seguire, senza mezzi né risorse adeguati”.
“Quanto accaduto smentisce ulteriormente quando dichiarato dal Ministro che ha parlato di “stringenti norme volute dal Governo” che restano pura teoria ma non trovano nessun riscontro nella realtà” dichiara Monica Ottaviani segretaria Flc Cgil Emilia Romagna.
“Ora è il momento di dire basta agli infortuni, anche talvolta mortali, che coinvolgono studenti e studentesse. Siamo stufi delle lacrime di coccodrillo versate da chi invece ha la responsabilità politica ed etica di garantire il diritto allo studio, da un lato, e la vita dei nostri ragazzi e ragazze dall’altro” concludono le due segretarie.