Alto il livello di impegno dei carabinieri forestali nell’attività di repressione degli incendi boschivi nel periodo del Ferragosto. Dai dati emerge la necessità di porre particolare attenzione alle attività che possono generare inneschi per gli incendi; sono infatti spesso la negligenza, l’imperizia e la superficialità le cause degli incendi boschivi come nel caso dell’incendio di Calderino in comune di Monte San Pietro in Bologna del 19 luglio scorso. Gravi per i colpevoli le conseguenze con la pena della reclusione da due a cinque anni. A tali casi si aggiungono, seppur in maniera percentualmente inferiore i casi di incendi dolosi, che non mancano e che vengono puniti con l’arresto, in caso di flagranza di reato, e con pene molto alte – reclusione da quattro a dieci anni.
I carabinieri forestali che hanno la funzione di svolgere attività di prevenzione e repressione degli incendi boschivi hanno presentato presso il Comando Provinciale di Bologna i dati degli incendi boschivi dall’inizio dell’anno. Nel 2025, fino al 31 luglio, gli incendi boschivi in regione sono stati 32, 16 nel primo semestre e i rimanenti 16 nel mese di luglio. Nel mese di agosto si sono verificati ad oggi in regione Emilia Romagna ulteriori 8 eventi per un totale di 40 incendi boschivi. Il dato complessivo non è preoccupante anche in relazione al fatto che tutti gli incendi boschivi registrati, a parte quello di Calderino (circa 18 ettari di estensione), in provincia di Bologna del 19 luglio scorso, hanno una dimensione inferiore all’ettaro. Tuttavia dall’analisi dei dati emerge che il 50% degli eventi si concentra nella provincia di Bologna; di questi il 60% circa ha avuto origine da comportamenti negligenti, superficiali o imprudenti o comunque da attività svolte con imperizia senza la volontà di innescare un incendio ma con gravi conseguenze. In circa la metà degli incendi registrati come incendi boschivi colposi i carabinieri forestali hanno individuato gli autori che sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria e che rischiano una pena da due a cinque anni di reclusione.
Per la giornata di ferragosto, anche alla luce dei dati registrati, è stato implementato, nella provincia di Bologna il dispositivo di controllo ambientale con particolare riferimento alla prevenzione degli incendi boschivi. Saranno 12 le pattuglie in servizio nella provincia di Bologna e verificheranno soprattutto le aree dove sono presenti i siti autorizzati per la cottura dei cibi all’aperto nei parchi regionali e provinciali tradizionalmente utilizzati nella giornata di Ferragosto. Sotto controllo anche le aree prossime alla golena del fiume Reno e alla località di Calderino dove si sono verificati gli incendi nei giorni scorsi.
Presso la Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP) della Regione Emilia Romagna è sempre presente un carabiniere forestale per assicurare una azione sinergica con Vigili del Fuoco e Volontari di Protezione civile, in collegamento con tutte le pattuglie di carabinieri in servizio, tramite le Centrali Operative 115 così da garantire la presenza di una pattuglia di carabinieri subito nelle prime fasi di insorgenza di un incendio boschivo e avere più elementi utili ad individuare il colpevole o l’incendiario.
Si raccomanda grande attenzione nell’accendere fuochi; solo in aree attrezzate e facendo grande attenzione a braci, scintille e faville.
FOCUS INCENDI BOSCHIVI – 1 GENNAIO 2025 – 31 LUGLIO 2025
Nel primo semestre del 2025 si sono registrati 16 incendi boschivi, tutti di dimensioni inferiori per un totale di superficie percorsa dal fuoco di circa 3 ettari di cui meno di 2 ettari di bosco. Gli incendi di vegetazione che hanno invece interessati ambiti agricoli e non forestali sono stati 170.
Nel solo mese di luglio, in concomitanza con l’attivazione della Sala Operativa Unificata Permanente (SOUP) e la decretazione della fase di attenzione a fronte di circa 226 incendi di vegetazione sono stati 16 gli incendi boschivi per un totale di 32 eventi dall’inizio dell’anno. Tra questi eventi l’unico episodio che ha avuto conseguenze preoccupanti è stato l’incendio del 19 luglio scorso a Calderino di Monte San Pietro in Provincia di Bologna nel quale in un o stesso evento sono bruciati circa 18 ettari di vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea di una ampia area calanchiva posta al di sopra dell’abitato che è stato lambito dalle fiamme. Gli altri incendi boschivi non hanno superato l’ettaro di dimensione.
La provincia maggiormente colpita è stata quella di Bologna con 15 incendi boschivi pari a quasi la metà di tutti gli eventi della regione (47%); seguono le province di Modena con cinque incendi boschivi (16%), quelle di Piacenza e Forlì-Cesena con 4 eventi ciascuna (12,5%), Parma con 3 eventi (9%) e Rimini con un evento (3%). Nelle province di Ravenna, Ferrara e Reggio Emilia non si sono registrati eventi di incendio boschivo.
Incendi Boschivi in Emilia Romagna (Periodo 1/1/2025 – 31/7/2025)
Provincia | Numero Incendi boschivi | % |
Bologna | 15 | 47% |
Modena | 5 | 16% |
Forlì-Cesena | 4 | 12,5 % |
Piacenza | 4 | 12,5 % |
Parma | 3 | 9% |
Rimini | 1 | 3% |
Reggio Emilia | 0 | 0% |
Ravenna | 0 | 0% |
Ferrara | 0 | 0% |
Nel mese di agosto, fino a oggi, si sono registrati ulteriori 8 eventi; 4 in provincia di Bologna, due in provincia di Parma, uno in provincia di Piacenza e uno in provincia di Forlì-Cesena; tali dati non si discostano per località, tipologia ed esito delle attività di indagine, i dati dei mesi precedenti.
Le indagini ha rilevato che di questi 32 eventi 19 (59%) sono risultati di origine colposa (cioè provocati da comportamenti negligenti, imprudenti, superficiali o da imperizia senza l’intenzione di innescare un incendio boschivo) 12 (38%) hanno origine dolosa (appiccati intenzionalmente). Non si sono registrati incendi naturali mentre invece 1 incendio è stato provocato nella zona di Monte Sole nel bolognese dal riaffiorare dal terreno di ordigni bellici al fosforo che a contatto con l’aria hanno innescato un incendio boschivo (causa accidentale).
Dei 19 eventi classificati colposi in 9 casi (47%) è stato possibile risalire al colpevole che è stato denunciato alla Autorità giudiziaria mentre dei 12 eventi dolosi in un solo caso (8%) è stato possibile risalire al colpevole. Complessivamente per 1/3 degli incendi boschivi è stato individuato l’autore.
Incendi boschivi – Cause | Autori | Numero | Percentuale |
Colposi – 19 |
Individuato colpevole | 9 | 28% |
Ignoti | 10 | 31% | |
Dolosi – 12 |
Individuato l’incendiario | 1 | 3% |
Ignoto | 11 | 35% | |
Accidentali – 1 | 1 | 3% |
Dai dati emerge che soprattutto nella provincia di Bologna sono stati molti gli incendi boschivi colposi determinati dalla superficialità e la negligenza dei comportamenti adottati senza prestare attenzione alle condizioni di rischio del periodo. A livello regionale dei 9 casi nei 9 casi in cui è stato individuato il colpevole 5 sono i casi in cui il fuoco è partito da attività di abbruciamento di residui vegetali di origine agricola, due i casi di incendio originatosi da scintille prodotte da strumenti meccanici utilizzati in edilizia, un caso da braci residuali di un barbecue e un caso provocato dalle scintille di un mezzo agricolo. Si segnala il fatto che l’incendio boschivo di Calderino è stato provocato dall’utilizzo maldestro in condizioni di rischio di un flessibile utilizzato per tagliare materiali ferrosi le cui scintille hanno interessato la vegetazione prossima all’area di taglio e determinato l’incendio boschivo.
Gli autori dei 9 incendi colposi sono stati tutti denunciati alla Autorità Giudiziaria: la pena prevista per l’incendio boschivo colposo (Art. 423 bis CP) prevede la reclusione da due a cinque anni con possibilità di essere aumentate se il danno provocato è grave ed esteso o se ha determinato pericolo per edifici o ha causato danni a specie protette o animali domestici. Il colpevole potrà poi essere chiamato a risarcire i danni e le spese per lo spegnimento.
Molto più gravi sono le conseguenze di chi appicca un fuoco intenzionalmente, come nel caso dell’incendiario individuato in flagranza di reato nella località Carbona in comune di Vergato che è stato arrestato e che rischia la pena della reclusione da quattro a dieci anni così come un incendiario individuato lungo la pista ciclabile del Marecchia in Provincia di Rimini nel mese di luglio.