 Sono 4.526 le nuove imprese aperte in Emilia-Romagna fra giugno e settembre, a fronte di 3.664 cessazioni. Il risultato è un saldo positivo di +862 imprese, per un totale complessivo 432.563 imprese con sede in Emilia-Romagna al 30 settembre 2025. Continua la concentrazione delle imprese in agricoltura, silvicoltura e pesca con -65 attività. Il numero delle imprese industriali rimane stabile. Le costruzioni continuano ad aumentare, +309. A crescere di numero sono soprattutto i servizi, +853, ma il commercio continua a ridursi. Prosegue l’aumento delle società di capitale, +833, crescono anche le forme più semplici di impresa, le ditte individuali, +255.
Sono 4.526 le nuove imprese aperte in Emilia-Romagna fra giugno e settembre, a fronte di 3.664 cessazioni. Il risultato è un saldo positivo di +862 imprese, per un totale complessivo 432.563 imprese con sede in Emilia-Romagna al 30 settembre 2025. Continua la concentrazione delle imprese in agricoltura, silvicoltura e pesca con -65 attività. Il numero delle imprese industriali rimane stabile. Le costruzioni continuano ad aumentare, +309. A crescere di numero sono soprattutto i servizi, +853, ma il commercio continua a ridursi. Prosegue l’aumento delle società di capitale, +833, crescono anche le forme più semplici di impresa, le ditte individuali, +255.
È quanto emerge dalle elaborazioni di Unioncamere Emilia-Romagna dei dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel terzo trimestre 2025 derivanti dal Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Aperture e cessazioni di imprese fra aprile e giugno 2025
In Emilia-Romagna, nell’estate del 2025 le iscrizioni sono risultate 4.526 e sono leggermente diminuite rispetto allo scorso anno, collocandosi in prossimità dei livelli minimi del decennio.
Anche le cessazioni dichiarate dalle imprese sono diminuite, scendendo a quota 3.664.
Ne risulta un saldo positivo (+862 imprese, +0,2%) conforme alla stagionalità e sostanzialmente in linea con quello dello stesso trimestre dello scorso anno.
A livello nazionale, l’andamento positivo è risultato solo lievemente più dinamico (+0,29%), grazie ad un più contenuto tasso di cessazioni.
Nelle principali regioni del nord e centro Italia, il tasso demografico dichiarato è risultato più elevato di quello dell’Emilia-Romagna in Lombardia (+0,35%), sostanzialmente in linea in Veneto (+0,22%) ed in Toscana (+0,21%), mentre è stato più contenuto in Piemonte (+0,14%).
L’andamento per settore economico
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Nel terzo trimestre il numero delle imprese è diminuito di -65 unità (-0,1%).
La leggera variazione è stata determinata dall’agricoltura (-71 unità, -0,2%) e dalla pesca e acquacoltura, mentre la silvicoltura ha mostrato una dinamica positiva (+1,2%).
Industria
Nel trimestre si è prodotto un saldo fra iscrizioni e cessazioni sostanzialmente nullo.
Tra i sottosettori della manifattura quello della riparazione e manutenzione di macchine ha fatto registrare, ancora una volta, la variazione positiva più consistente e l’unica di entità apprezzabile (+22 unità, +0,5%). Al contrario, il principale contributo negativo è venuto dal comparto della pelletteria (-10 unità, -1,3%). Esito negativo quasi analogo nell’industria del legno, ma con una riduzione sensibilmente meno rapida (-9 imprese, -0,5%). Anche l’industria alimentare e delle bevande ha avuto un saldo negativo, ma di incidenza marginale (-10 imprese, -0,2%).
Costruzioni
Nel terzo trimestre il saldo delle dichiarazioni delle imprese registrate è risultato ancora ampiamente positivo (+309 imprese, +0,4%) e superiore a quelli prevalenti fino al 2020.
Il risultato è frutto soprattutto delle imprese che effettuano lavori di costruzione specializzati (+259 unità, +0,5%), che sono quelle più attive nelle ristrutturazioni e nei piccoli interventi, e in minor misura dalle imprese operanti nella costruzione di edifici (+40 unità, +0,2%).
Servizi
Per il complesso dei servizi il saldo è risultato positivo nel terzo trimestre dell’anno (+853 unità, +0,3%) e solo lievemente un po’ più contenuto rispetto al dato dello stesso periodo dello scorso anno.
Le cessazioni hanno superato le iscrizioni nel commercio all’ingrosso (-64 unità, -0,2%) e nel commercio al dettaglio (-47 unità, -0,1%). Saldi negativi in parte controbilanciati dalla crescita delle imprese del commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+43 unità, +0,4%).
In crescita gli altri servizi diversi dal commercio (+921 unità, +0,9%), dove i contributi più rilevanti sono venuti dalle attività finanziarie e assicurative (+146 unità, +1,4%), dalle attività immobiliari (135 unità, +0,4%), dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+129 unità, +0,7%).
Continua l’aumento dei servizi di alloggio e ristorazione (+104 unità, +0,3%), dove si registra una crescita consistente delle imprese della ristorazione (+76 unità, +0,3%) ed una leggermente più rapida dei servizi di alloggio (+28 imprese, +0,5%).
L’andamento per forma giuridica
Prosegue la crescita delle società di capitale (+833 unità, +0,6%).
La normativa favorevole delle società a responsabilità limitata riduce notevolmente l’attrattività della forma giuridica delle società di persone il cui saldo risulta così ancora negativo (-183 unità, -0,2%).
Torna ad aumentare il numero delle ditte individuali (+255 unità, +0,1%), mentre il numero delle cooperative e consorzi è lievemente in negativo (-14 unità, -0,1%).
Lo studio completo è disponibile su www.ucer.camcom.it
 




