Il Tavolo di concertazione della Provincia di Reggio Emilia, convocato nei giorni scorsi dall’assessore provinciale alla Casa Marco Fantini, ha presentato il piano delle Politiche abitative della Regione Emilia Romagna che, insieme al lavoro coordinato da Provincia e Comuni, si traduce in azioni concrete e risultati positivi per i Cittadini anche nel nostro territorio.

Un tavolo costruttivo – al quale erano presenti il dirigente della Regione Emilia Romagna Enrico Cocchi, il presidente di Acer Azienda Casa di Reggio Emilia Marco Corradi, i rappresentanti dei Comuni e degli Enti locali, le associazioni di categoria, i sindacati degli inquilini e le associazioni dei proprietari – e da cui sono emersi gli orientamenti della Regione Emilia Romagna sulle Politiche per la Casa dettate oggi da complessità nuove derivanti da fattori diversi: la crisi economica, il cambiamento della composizione demografica e un’accresciuta mobilità delle persone.

Condizioni che, oltre a evidenziare un aumento del bisogno di alloggi pubblici, impongono agli Enti locali un approccio completamente nuovo sui temi della casa. “Oggi infatti le risorse disponibili sono sempre meno – spiega Enrico Cocchi – ma allo stesso tempo bisogna operare affinché sia valorizzato non solo il patrimonio pubblico, ma anche quello privato per governare in modo equilibrato la trasformazione delle città. Per fare questo occorre lavorare in una logica di socialità e mettere in campo le azioni e gli strumenti necessari per coinvolgere e incentivare i proprietari a mettere a disposizione i propri alloggi privati da un lato e dall’altro trovare le soluzioni per abbassare gli oneri accessori che, soprattutto a causa delle bollette energetiche, incidono in modo sproporzionato sui canoni di affitto”.

“Per cercare di rispondere in modo più incisivo al numero crescente di domande di alloggi pubblici è necessario lavorare in modo integrato pubblico-privato e potenziare l’Agenzia per l’Affitto – sostiene l’assessore provinciale Marco Fantini – investendo le risorse disponibili su questo strumento che offre garanzie ai Cittadini e aiuta a contenere situazioni di tensione sociale dovute alla difficoltà di reperire alloggi economicamente sostenibili”.

L’Agenzia per l’Affitto quindi, dopo l’eliminazione del Fondo Affitti statale, diventa uno strumento strategico per far fronte al numero crescente di domande di alloggi ad affitto sociale che, nel 2011, nel solo Comune di Reggio Emilia, sono salite a 740 e che rappresenta uno dei problemi principali di tutte le province dell’Emilia Romagna.

“L’Agenzia per l’Affitto – spiega Marco Corradi – è nata per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di alloggi a canoni più vantaggiosi rispetto a quelli disponibili sul libero mercato, tutela i proprietari degli alloggi dai rischi di morosità e di danneggiamento e fornisce assistenza a proprietari e inquilini. La media del canone di locazione degli alloggi proposti tramite l’Agenzia è di circa 300-350 euro per appartamenti di metrature di 65-75 metri quadrati. Le richieste arrivano da famiglie che hanno un reddito variabile che non supera i 30 mila euro e sono composte in media da 3-4 persone, anche se sono in aumento le richieste provenienti da persone sole. Purtroppo la crisi sta colpendo anche le famiglie del ceto medio, non più in grado di far fronte ai prezzi degli affitti di mercato, e l’Agenzia è uno strumento valido per intercettare la disponibilità di alloggi vuoti di proprietà di privati”.

“Ma per rilanciare una politica sull’affitto a costi più accessibili vanno messe in campo diverse azioni coordinate – auspica l’assessore comunale Ugo Ferrari –, compresi sgravi fiscali locali e nazionali adeguati. Non basta la cedolare secca così come concepita”.

Proposta accolta favorevolmente anche dai sindacati degli inquilini di cui Carlo Veneroni unisce e sintetizza le posizioni “E’ necessario agire introducendo alcune leve fiscali a cominciare dall’abbattimento dell’Imu, la nuova tassa comunale che ha sostituito l’Ici, che potrebbe essere eliminata per gli alloggi messi a disposizione dell’Agenzia per l’Affitto e a livello nazionale per tutti gli alloggi di social housing”.

Tra le richieste emerse dal Tavolo anche la revisione dell’elenco dei comuni ad alta tensione abitativa, definito molti anni fa a livello nazionale, che a Reggio Emilia comprende soltanto i Comuni di Reggio, Casalgrande, Correggio, Rubiera, Montecchio e Scandiano, gli unici oggi a godere dei benefici fiscali derivanti dai contratti di affitto a canone concordato.

Non meno importanti le azioni messe in campo da Regione, Provincia e Comuni per favorire il risparmio e l’efficienza energetica impegnati in vasti piani di recupero di alloggi di edilizia residenziale pubblica per non lasciare alloggi sfitti e contenere le spese gestionali e delle bollette energetiche che oggi incidono sul bilancio familiare in percentuale a volte maggiore rispetto al canone di affitto.