“Stop al balletto di cifre sul bilancio di previsione: l’Amministrazione comunale convochi al più presto un incontro, come abbiamo chiesto nelle scorse settimane assieme alle altre Associazioni datoriali, e fornisca alla città un quadro esatto del “buco” e delle proposte per farvi fronte ed evitare che 25 milioni di nuove tasse ricadano sulla testa delle imprese e delle famiglie modenesi”.

È questo il commento di Carlo Galassi, presidente provinciale di Confcommercio, in merito allo stillicidio di notizie che si sussegue da mesi sul bilancio di previsione del Comune di Modena.

“Il primo ed unico incontro per parlare di bilancio risale addirittura all’8 novembre ed in questi quattro mesi di silenzio da parte dell’Amministrazione Comunale, parrebbe esserci un’unica certezza: il conto dei sacrifici richiesti dal patto di stabilità sarebbe salito addirittura a 35 milioni di euro”.

“Se questo è verosimilmente il dato di partenza – prosegue Galassi – è evidente, come abbiamo già detto in altre occasioni, che sia indispensabile una radicale operazione dispending review, che punti a recuperare almeno 23 milioni di euro (ossia i 2/3 dei 35 milioni) dal contenimento strutturale della spesa, attraverso processi di decisione delle priorità e di conseguente allocazione delle risorse”.

“Il nodo vero che questa Giunta deve affrontare – precisa Galassi – riguarda la ridefinizione della presenza del Comune nella vita dei modenesi. Noi siamo convinti che di fronte ad una coperta sempre più stretta, il Comune stesso dovrà concentrare le proprie ridotte risorse su ambiti di primaria importanza, puntare con maggiore coraggio su significative innovazioni gestionali e “dimagrire” in settori non cruciali per il futuro”.

“Perchè in ballo c’è il futuro della città e la sua capacità di continuare a produrre ricchezza e occupazione. Per questo, solo per citare alcuni ambiti di intervento a titolo di esempio, riteniamo indispensabile: esternalizzare i servizi all’infanzia, sfatando definitivamente la leggenda tutta modenese per cui i privati rappresenterebbero una sciagura per i nostri figli; aumentare il grado di copertura delle spese su musei civici e della figurina, anche attraverso una gestione privato-pubblico che ne valorizzi meglio la vocazione turistico-commerciale; sfrondare l’ambito delle partecipate, chiudendo esperienze ormai del tutto anacronistiche come Modenaformazione e mettendo sul mercato qualche farmacia; ridurre il forte disavanzo, pari a 3,4 milioni di euro, sull’impiantistica sportiva, facendo pagare le società sportive che vi svolgono attività commerciale; guardare al mercato per alcuni servizi, come quella della comunicazione e del marketing”.

“Rimaniamo poi persuasi del fatto – puntualizza Galassi – che risparmi strutturali possano arrivare da un piano straordinario di sburocratizzazione, che la nostra Associazione chiede da anni”. “Ora più che mai, non possiamo permetterci che sulle imprese si abbatta la scure di un inasprimento fiscale, che condizionerebbe pesantemente la capacità di produrre reddito, pealtro a discapito della possibilità di continuare a sostenere il nostro invidiato sistema di welfare. Si tratta di evitare che il peso del recupero di risorse debba ancora pesare su imprese e famiglie, proprio i soggetti da liberare da gravami per favorire una possibile ripresa”.

“Anche per questo – conclude il Presidente provinciale di Confcommercio – continueremo ad opporci all’introduzione della tassa di soggiorno: nel momento in cui dovremmo capitalizzare in termini turistici il fantastico intervento del Museo Ferrari, una tassa simile farebbe uscire dal mercato l’intero sistema dell’ospitalità modenese!”.