“Il Ministro del Tesoro continua a rendere note sugli organi di informazione le sue decisioni su riorganizzazione e tagli agli uffici del
Ministero dell’Economia, senza rispetto delle relazioni sindacali e senza tenere in dovuta e giusta considerazione i lavoratori dipendenti del
Ministero dell’Economia e finanze”, afferma Vincenzo Santoro della Funzione pubblica Cgil di Modena anche in relazione ai continui interventi in materia che si stanno facendo sul testo della Legge finanziaria in
discussione al Parlamento.


È di questi giorni infatti la notizia che il Ministro Padoa Schioppa intende sopprimere quaranta uffici periferici delle Direzioni del Tesoro e quaranta della Ragioneria dello Stato per ridurre la spesa pubblica.

“Ovviamente il nostro Ministro non si è preoccupato minimamente delle ricadute sul servizio reso agli utenti – aggiunge Santoro – nè tanto meno della sorte degli oltre 2.000 dipendenti distribuiti in tutta Italia e che
si aggiungono ai tanti lavoratori in mobilità o che saranno costretti ad diventare pendolari per continuare a fare il loro lavoro”.

Il Ministro del Tesoro dimostra poca conoscenza dell’attività del proprio dicastero e degli uffici dipendenti se non tiene nella dovuta
considerazione quale tipo di attività svolgono i propri uffici periferici visto che per l’ Emilia Romagna – ad esempio – ha previsto la riduzione del 50% e quindi gli utenti che vorranno ricevere i servizi delle Direzioni del Tesoro dovranno anch’essi aumentare il nutrito numero di cittadini pendolari.

La città di Modena non sarà esclusa da questa riorganizzazione visto che la Direzione del Tesoro sarà soppressa ed il personale – 22 addetti – se vorrà continuare a fare il proprio lavoro dovrà recarsi negli uffici di altre città.

Certamente il Ministro dell’Economia non si è preoccupato minimamente di individuare la vera causa dei costi della Pubblica Amministrazione a partire proprio da alcune anomalie che esistono nell’ambito della sede
Ministeriale di Roma.

In tal senso il sindacato in numerose occasioni si è fatto promotore di svariate proposte per una razionalizzare riorganizzazione dei vari servizi
affidati al ministero del tesoro puntando ad una riduzione di tutti gli elementi che incidono sulla spesa pubblica, come, ad esempio, la riduzione delle posizioni dirigenziali anche generali i cui costi non sono di pochi
euro. Per non parlare delle svariate e costosissime consulenze esterne a cui si fa ricorso senza utilizzare il personale interno.

Certamente la scelta di esclusivo stampo ragionieristico non combacia con una attenta gestione della Pubblica amministrazione che, senza dubbio, deve essere riformata ma solo attraverso un percorso nel quale siano individuati
i veri sprechi senza incidere sui servizi ai cittadini.