
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che cade oggi, martedì 25 novembre, il Comune di Casalgrande ha aderito alla ricorrenza con una serie di iniziative simboliche e informative.
Questa sera la facciata della Casa comunale e la Torre del Castello di Casalgrande saranno illuminate di rosso, colore simbolo della lotta contro la violenza di genere.
Presso la Biblioteca Sognalibro, inoltre, è stato predisposto un corner informativo con materiale utile e multilingue dedicato ai servizi di prevenzione, ai percorsi di supporto e ai contatti per chiedere aiuto.
Le dichiarazioni del Sindaco Giuseppe Daviddi
Il Sindaco Giuseppe Daviddi sottolinea come la giornata del 25 novembre non possa essere considerata una semplice ritualità, ma un’occasione di responsabilità collettiva: «La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne non può e non deve essere una semplice ricorrenza formale. I numeri del 2025 sono, purtroppo, impietosi: secondo l’Osservatorio dell’associazione Non Una di Meno, i femminicidi in Italia a novembre sono 77, che diventano 91 se consideriamo anche i casi correlati. È per questo che oggi, più che mai, dobbiamo porci una domanda semplice ma decisiva: quello che stiamo facendo è abbastanza? La risposta è scritta in quei numeri: no».
Il Sindaco richiama la necessità di uscire dall’autoreferenzialità delle iniziative e di raggiungere un pubblico più ampio, troppo spesso distante da questi temi: «Ogni anno ci ritroviamo a ribadire concetti importanti, ma il rischio di “parlarci tra noi” è alto. In molti incontri pubblici vedo platee gremite di donne e pochissimi uomini. Non possiamo limitarci a questo. Il numero delle vittime aumenta: significa una cosa sola, ciò che stiamo mettendo in campo non basta a invertire la tendenza».
Daviddi richiama anche il recente incontro al Teatro De André con la criminologa Roberta Bruzzone, toccando un punto centrale: «Non servono nuove leggi. Le misure ci sono e sono adeguate. La vera chiave è il riconoscimento precoce dei segnali: non dobbiamo normalizzare comportamenti che trasformano la donna in qualcosa da controllare o possedere. È in quel momento che dobbiamo intervenire con decisione, senza lasciare la donna sola. Riconoscere la pericolosità, anche latente, di comportamenti persecutori o coercitivi è l’unico modo per impedire che degenerino in reati gravissimi».
Il Sindaco conclude con un richiamo alla responsabilità collettiva: «È dovere di ciascuno — istituzioni, comunità, reti sociali, singoli cittadini — creare un contesto che incoraggi ogni donna a parlare, farsi ascoltare, segnalare e quando necessario denunciare. Lo dobbiamo ai tempi che viviamo e, soprattutto, a quelle 91 vittime innocenti».
Le parole dell’Assessore alle Pari Opportunità Graziella Tosi
In occasione della ricorrenza, l’Assessore alle Pari Opportunità Graziella Tosi richiama l’attenzione sull’importanza della prevenzione culturale: «La violenza di genere non è un’emergenza improvvisa: è una ferita profonda nella nostra società. Ed è evidente ormai che non basta irrigidire le pene per sanarla. Abbiamo bisogno di un cambio di rotta culturale, urgente e radicale».
Tosi sottolinea le radici profonde del fenomeno: «L’origine di questo fenomeno affonda spesso nella mancanza di empatia, in un senso distorto di controllo e di possesso e in un’idea di onnipotenza. Per questo motivo è indispensabile intervenire già a partire dai primi anni di vita, rafforzando l’educazione ai principi di convivenza civile».
L’Assessore richiama il ruolo centrale che devono assumere scuole, istituzioni e famiglie: «Dobbiamo insegnare ai bambini e alle bambine a riconoscere il valore dell’altro, a costruire relazioni sane, a rifiutare ogni forma di sopraffazione. Nessun essere umano — uomo o donna — è proprietà di qualcun altro. La scuola deve essere il cuore di questo cambiamento».
Infine, le parole del Presidente della Repubblica sono di ispirazione: «Come ha ricordato oggi il Presidente della Repubblica, “Parità significa, prima di tutto, educazione al linguaggio del rispetto”. È un richiamo che dobbiamo tradurre in azioni concrete, quotidiane e diffuse. Il rispetto non è un valore astratto: è la condizione che salva vite».




