“Buon lavoro al nuovo presidente dell’Uncem Emilia-Romagna, il sindaco di Castelnovo né Monti Emanuele Ferrari, e all’esecutivo eletto oggi a Bologna nel corso del congresso regionale che ha visto riuniti i 121 comuni montani dell’Emilia-Romagna. Ci aspetta un percorso da compiere insieme, in un momento in cui l’Appennino e le sue comunità sono tornati al centro del dibattito e delle scelte politiche”.

Così l’assessore regionale con delega alla Montagna, Davide Baruffi, partecipando stamattina all’incontro a Bologna in viale Aldo Moro: “Occorre rafforzare le politiche su questo versante- ha proseguito- attraverso la collaborazione tra amministratori locali, regioni e istituzioni”.

L’incontro “Comuni e comunità insieme. La montagna è speranza” è stato occasione per fare il punto sul fronte comune dei territori montani e delle loro specificità, per sostenere e rivitalizzare le comunità.

L’assessore ha poi ringraziato Gian Battista Pasini, storico presidente che ha guidato Uncem per 25 anni, per “l’impegno e il grande lavoro svolto, che ora serve proseguire, tenendo ben presenti le sfide aperte”.

“Mi riferisco- ha aggiunto Baruffi- prima di tutto all’impegno per conservare e anche potenziare i servizi in Appennino, pubblici e privati. Sono la premessa per lo sviluppo e per supportare il trend positivo che, per la prima volta da decenni, vede un saldo migratorio positivo a favore della montagna”.
“Per garantire servizi e investimenti- ha proseguito l’assessore- bisogna rafforzare la capacità amministrativa: comuni troppo piccoli, da soli, non ce la fanno e rischiano di perdere ulteriore terreno”. “Serve operare insieme, costruire sinergie e il riordino istituzionale che la Regione intende realizzare sarà condotto in dialogo con i sindaci, a partire da quelli della montagna, perché dovrà funzionare in particolare a favore dei territorio più interni”.

Infine, l’assessore Baruffi è intervenuto in modo critico sulla legge della Montagna. “La cosa più sbagliata è contrapporre montagna e collina: il primo effetto della legge Calderoli è quello di cancellare un pezzo consistente dell’Appennino a favore delle Alpi, mentre tutti i dati indicano che proprio nella dorsale appenninica si concentrano le aree interne e periferiche, i maggiori processi di spopolamento, i peggiori effetti del dissesto idrogeologico. Noi abbiamo una ricetta opposta, che è quella di unire tutta la montagna in un patto di coesione con la pianura per assicurare servizi, contrastare lo spopolamento, prevenire l’abbandono e il dissesto. La legge di bilancio mette più risorse su servizi, infrastrutture e manutenzione. Ma insieme dobbiamo correggere le storture di una legge nazionale sbagliata”.