Diminuiscono a Modena i nuovi casi di Aids (otto nel 2002 con 12 decessi, mentre l’anno precedente erano stati 24 con 11 decessi) e cala il tasso di incidenza rispetto alla popolazione (ogni centomila abitanti): dal 12,5 del 1995 siamo al 1,6 del 2002 ben al di sotto della media nazionale (2,3) e regionale (3,2).


Continuano a crescere, sebbene più lentamente che in passato, invece, le infezioni da Hiv, oggi soprattutto legate alla trasmissione per via eterosessuale, mentre diminuisce la quota dei tossicodipendenti. Confermata anche la crescita dell’età dei nuovi sieropositivi: circa 40 anni per gli uomini, tra i 25 e i 30 per le donne.

Sono le tendenze sottolineate dai dati dell’Osservatorio del Coordinamento provinciale Aids di Modena, promosso dalla Provincia e gestito in collaborazione dalla Clinica malattie infettive del Policlinico e dal servizio Epidemiologico dell’Azienda Usl. “La malattia conserva un carattere di forte allarme sociale – commenta Giorgio Razzoli, assessore provinciale alle Politiche sociali – e bisogna tener desta l’attenzione sul fronte della cura e della prevenzione dove, comunque, si stanno ottenendo risultati confortanti. Dai dati, infatti, emerge chiaramente come negli ultimi cinque anni i nuovi pazienti presentino migliori condizioni di salute rispetto agli anni precedenti”. In particolare, i nuovi casi cosiddetti di classe C (cioè con prima diagnosi già di Aids conclamato) sono in netto calo: erano quattro su dieci nel 1997, oggi sono il 5,8 per cento. E anche la gravità dell’infezione, valutata sulla base del numero di linfociti CD4+, risulta mediamente minore: il valore soglia è di 200 cellule per millimetro cubico di sangue e, mentre nel 1997 la media di linfociti CD4+ era 269, oggi è salita a 539 cellule per millimetro cubico.