Dietro la facciata di circolo specializzato in spettacoli di ‘lap dance’ avrebbe nascosto un’attività di prostituzione. Secondo la polizia, infatti, al ‘Butterfly Club’ di via Saffi, alla periferia di Bologna, si sarebbe andati anche oltre l’esibizione erotica delle ballerine, con atti sessuali veri e propri.

Così, dopo le indagini della squadra mobile, la pm della Procura felsinea Rossella Poggioli, ha chiesto e ottenuto dal gip Milena Zavatti il sequestro preventivo del locale.

Denunciati a piede libero i due soci, V.M., 36 anni, di Biella e S.V., cittadino serbo di 32 anni, regolare, rispettivamente presidente e vicepresidente del club, e F.L., una cagliaritana di 34 anni che secondo le indagini gestiva le ragazze e le inviava nei quattro privè presenti nel locale. Per tutti l’accusa è favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione in concorso.

Secondo gli accertamenti degli investigatori nel locale vi lavoravano 13 ragazze, in gran parte romene, ma c’era anche qualche nigeriana e un’italiana che era la più grande del gruppo. Molte erano studentesse e svolgevano l’attività di ‘entraineuse’ liberamente. Dovevano però rispettare una sorta di decalogo per massimizzare i guadagni del club. Venivano date istruzioni su come far bere alcolici ai clienti, come convincerli a spendere, quanto intrattenersi con loro, su quanto dovevano durare le prestazioni sessuali. Le ragazze non dovevano intrattenersi per più di dieci minuti. A controllare i tempi c’erano le telecamere a circuito chiuso usate dalla direzione.

Il night club era tenuto sotto osservazione da un paio di mesi, dopo alcune segnalazioni dei residenti stanchi di assistere al continuo via vai dei clienti.