Dopo il Protocollo d’intesa sottoscritto il 6 giugno dello scorso anno, i rappresentati del Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza contro le donne hanno firmato oggi nella Sala rossa del Municipio di Reggio un Protocollo operativo che, a partire dalla condivisione delle affermazioni sottoscritte nel “Protocollo d’intesa”, e dopo un percorso di formazione comune tra tutti i soggetti firmatari, indica nel dettaglio impegni concreti, compiti e prassi operative che ogni soggetto adotta per combattere questa grave violenza ‘di genere’, che è fisica (maltrattamenti), sessuale (molestie, stupri, sfruttamento), economica (negazione dell’accesso alle risorse economiche della famiglia, anche se prodotte dalla donna) e psicologica (violazione del sé), mettendo in rete procedure ed interventi che permettano azioni efficaci ed integrate, anche attraverso la costituzione di un Tavolo Tecnico.

I firmatari sono stati il sindaco Graziano Delrio e l’assessore alle Pari opportunità e Diritti di cittadinanza Gina Pedroni; il viceprefetto vicario Adolfo Valente; il presidente del tribunale di Reggio, Roberto Piscopo; il procuratore della Repubblica, Italo Materia; il questore Francesco Perucatti; il maggiore del Comando provinciale dei carabinieri, Vittorio Boccia; il direttore dell’Ausl di Reggio, Mariella Martini; la responsabile degli Affari istituzionali dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova, Marina Ferrari. E ancora, Alfio Bertani per l’Ufficio scolastico provinciale; Brunella Bertani in rappresentanza dell’Ordine degli avvocati; Giovanna Fava per l’associazione Forum donne giuriste e Lucia Gardinazzi per l’associazione Nondasola. All’incontro è intervenuto anche il presidente del Lions club Reggio Emilia Cispadana 1796, Antonino Pistilli, che ha presentato un opuscolo divulgativo – Una rete in città contro la violenza alle donne – con informazioni di servizio fondamentali, diffuso nei luoghi pubblici, edito dal Comune e dallo stesso Lions club.

“Un buon Protocollo di procedura – ha detto il sindaco Delrio – è garanzia per gli utenti e ciò è più che mai importante quando sono in questione i diritti violati di donne offese. La collaborazione sempre più stretta e coordinata fra enti può essere non semplice, ma necessaria per servire la donna e creare un patrimonio informativo importante per conoscere il fenomeno della violenza di genere. Conoscere, anche in questo caso, significa trovare soluzioni”.
“Il Protocollo – ha detto l’assessore Pedroni – è il risultato di un non facile lavoro che ha portato ogni partecipante al Tavolo a confrontare, rivedere, riorganizzare le proprie modalità di risposta di fronte a un caso di violenza di genere, sia nei casi di emergenza che di presa in carico della donna vittima e, quando necessario, anche dei componenti la sua famiglia, soprattutto se figli minori. Non ci siamo arresi, in questo anno di lavoro e confronto serrato, e abbiamo raggiunto questo obiettivo importante, che è l’assunzione di responsabilità da parte di ciascuno, il ‘farsi carico’ che è tipico di una società civile e aperta. Continuiamo a confrontarci e a lavorare insieme”.

In particolare, il Comune di Reggio, nel ruolo di promotore e coordinatore dell’iniziativa attraverso l’assessorato Pari opportunità e Diritti di cittadinanza, mette in campo la propria presenza capillare sul territorio, attraverso i Poli territoriali dei Servizi sociali. La conoscenza del territorio e delle realtà sociali che lo abitano sono l’elemento base dell’approccio al problema. La capacità di ascolto e accoglienza sono decisive, quanto il favorire la presa di coscienza della violenza subita e l’importanza del denunciare il fatto all’autorità giudiziaria. Ma il Comune si impegna, fra l’altro, anche a promuovere, sostenere e gestire iniziative volte a favorire le pari opportunità tra uomini e donne; la cultura della non violenza e in particolare il contrasto delle violenze intrafamiliari, su minori e donne. Sviluppare e sostenere progetti per la diffusione della cultura dei diritti fondamentali delle donne, dei diritti umani e della non discriminazione di genere.
Al Polo di Servizio Sociale la donna è accolta e ,a seconda del percorso che sceglierà di seguire,verrà accompagnata nella non facile ricostruzione della proprio vita.
L’Assessorato Pari Opportunità mette a disposizione anche lo Sportello donna per ogni informazione al riguardo.
La Prefettura, attraverso il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, promuoverà periodici momenti di verifica ed analisi congiunta sia sull’andamento del fenomeno, anche in base alle indagini statistiche, sia sulle ricadute delle azioni avviate.
Il Tribunale si impegna a dare comunicazione periodica del numero di procedure per separazione giudiziale e divorzio contenzioso, in cui una delle parti o entrambe hanno assunto, nel ricorso introduttivo, che componenti del nucleo familiare sono stati oggetto di reiterate violenze fisiche o di natura sessuale.
Lo scambio di informazioni fra istituzioni è fondamentale per combattere il fenomeno e farlo emergere alla consapevolezza della cittadinanza. Strategico sarà l’apporto dell’autorità giudiziaria inquirente: Procura della Repubblica e polizia giudiziaria.
Nelle sue procedure operative, la Procura adotta criteri di assegnazione automatica dei procedimenti in modo da assicurare che le denunce o querele presentate contro il medesimo soggetto vengano all’esame dello stesso sostituto procuratore (limitatamente ai reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, minacce, violenza privata, molestia, lesioni dolose).
La Questura e il Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri si impegnano fra l’altro a sensibilizzare i propri operatori nella trattazione di notizie di reato relative ad episodi di violenza alle donne; favorire la partecipazione dei propri operatori a momenti di informazione nell’ambito delle attività sviluppate in tal senso ai sensi del presente protocollo. La polizia giudiziaria chiederà, al momento della denuncia, se la vittima in passato ha subito o denunciato altre situazioni di maltrattamento e/o violenza. Sarà alimentata tempestivamente la banca dati interforze. Saranno indicati alla donna, se interessata, i numeri di telefono della Casa delle donne per attivare un percorso di accoglienza .
L’Azienda unità sanitaria locale e l’Azienda ospedaliera, anch’essi in prima linea attraverso il servizio di Pronto soccorso nonché nell’ambito della rete dei servizi territoriali, compresi i consultori familiari si impegnano fra l’altro ad accogliere, assistere e garantire la presa in carico integrata sociale e sanitaria delle donne vittime di violenza; promuovere eventi formativi finalizzati ad aumentare la sensibilità e le conoscenza di tutti gli operatori che possono venire in contatto con donne che hanno subito violenza. Il primo compito di ogni operatore è l’accoglienza e l’ascolto empatico delle esperienze che la donna decide di svelare. Segue un lavoro di “attesa vigile” e di accompagnamento della donna nella faticosa presa di coscienza della possibilità di cambiamento e di uscita dalla situazione di maltrattamento. Contestualmente si forniscono adeguate informazioni sugli altri servizi sanitari e sociali e sulle altre istituzioni (servizi afferenti al Dipartimento di Salute Mentale – psicologia, psichiatria, Sert – Consultorio – Servizio Sociale – Casa delle donne – Questura), alle quali potersi rivolgere per ottenere aiuto e si accompagnano le donne nel processo di attivazione con eventuale presa in carico congiunta.
Le domande dirette ad affrontare le conseguenze psicologiche del trauma subito, vengono accolte e prese in carico dal settore di Psicologia clinica secondo criteri concordati con chi effettua il primo filtro. Inoltre, per i casi di abuso sessuale, se avvenuto entro le 72 ore: invio immediato al Pronto Soccorso per l’attivazione delle procedure di diagnosi e cura di cui al paragrafo successivo; se avvenuto dopo le 72 ore: presa in carico da parte del Consultorio familiare che si attiva per accoglienza immediata da parte dell’ostetrica, valutazione sanitaria e presa in carico da parte del ginecologo, attivazione delle procedure interne necessarie a garantire gli interventi di profilassi e monitoraggio delle malattie a trasmissione sessuale.

Il Pronto soccorso in caso di presentazione di una donna che ha subito violenza, presta l’assistenza sanitaria del caso, secondo una precisa sequenza: accoglienza della vittima di violenza da parte dell’infermiere di triage, prima valutazione clinica con assegnazione di codice colore di gravità rapportato all’entità delle lesioni riportate. Prima valutazione sanitaria della vittima da parte del medico, con assistenza immediata in caso di lesioni gravi che mettono in pericolo la vita; raccolta di anamnesi specifica ed esame obiettivo. Attività diagnostica e terapeutica correlata alla gravità. Compilazione di referto utile alla denuncia all’Autorità giudiziaria; ricovero in Unità operativa adeguata o dimissione con indicazioni sul percorso successivo.
Si attiva il Servizio sociale ospedaliero che segue il percorso della donna all’interno dell’ospedale e si attiva il Polo territoriale di riferimento.
L’Ufficio scolastico provinciale si fa carico di divulgare alle Istituzioni scolastiche l’esistenza del protocollo operativo e della rete di interventi in caso di violenza. Portare a conoscenza di tutto il personale scolastico l’iniziativa, sensibilizzandoli al problema e mettendoli in grado di usufruire della rete che si sta creando. Promuovere incontri di formazione periodici degli operatori, con riferimento alle aree di competenza degli altri operatori messi in rete (sanitari, forze dell’ordine, associazioni convenzionate che offrono strutture di accoglienza, magistrati, assistenti sociali), per accrescere la conoscenza dell’ambito di intervento, intensificare le collaborazioni in esecuzione del protocollo operativo che verrà formato. Promuovere con più efficacia la conoscenza delle leggi e norme che disciplinano la cittadinanza e la presenza degli stranieri nei corsi di alfabetizzazione e per il conseguimento della licenza media.
Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio Emilia si impegna a strutturare e coordinare costantemente il proprio intervento in rete con le altre istituzioni firmatarie del protocollo. Si propone fra l’altro di divulgare presso i propri iscritti la conoscenza dell’esistenza del protocollo operativo e della rete di interventi dallo stesso predisposti in caso di violenza di genere, al fine di sensibilizzarli al problema e metterli in grado di usufruire della rete creata; propone momenti formativi. L’Ordine redigerà inoltre un elenco di avvocati che abbiano adeguata formazione ed esperienza della materia della violenza di genere, che aderiscano al protocollo e ai suoi principi, che siano disponibili ad operare all’interno della rete resa operativa dal protocollo stesso e con le modalità ivi previste. La predisposizione dell’elenco avverrà su richiesta del singolo iscritto che dovrà documentare adeguata formazione ed esperienza nella materia. E’ prevista, presso l’Ordine, l’apertura di uno sportello che consenta di fornire all’utenza le più ampie informazioni sul protocollo e sulle varie possibilità di intervento in caso di violenza. Il legale che viene a contatto direttamente con una supposta vittima di violenza di genere deve informare il cliente della rete di interventi creata dal presente protocollo operativo e le possibilità di aiuto che dalla stessa vengono offerte, valutando con il consenso dell’interessata, la opportunità di attivare gli altri servizi ed istituzioni,
L’associazione Nondasola, a cui il Comune dal 1997 ha dato in convenzione la Casa delle donne, garantisce alle donne maltrattate, che devono contattare direttamente il centro antiviolenza Casa delle donne, accoglienza e sostegno attraverso i colloqui individuali per sostenerle nei percorsi di uscita dalla violenza e per affrontare le conseguenze da essa causate; l’avvio e la gestione di percorsi individuali di uscita dalla violenza anche attraverso un’ospitalità temporanea; consulenze legali; il sostegno e l’accompagnamento delle donne accolte nelle varie fasi della denuncia e nelle pratiche giuridico legali; la mediazione nel rapporto con la rete dei servizi del territorio; l’accesso allo sportello di orientamento al lavoro, gestito dall’Associazione, per la ricerca di un’occupazione; la costruzione e la realizzazione di progetti di post-ospitalità dalla Casa delle donne attraverso l’utilizzo di due alloggi temporanei messi a disposizione dall’Amministrazione comunale; la realizzazione di gruppi di sostegno per le donne in difficoltà. Inoltre, l’associazione promuovere e rafforzare la costruzione di percorsi di sostegno mirati alle donne migranti utili a prevenire e contenere l’instaurarsi di possibili situazioni di violenza; promuovere e realizzare percorsi di formazione e orientamento rivolti in particolare agli studenti delle scuole medie superiori al fine di sensibilizzare i giovani e fornire loro strumenti critici di approccio al tema.
Infine, l’associazione Forum delle donne giuriste ha tra i suoi scopi, oltre allo sviluppo di una cultura giuridica e una giurisprudenza che tenga conto del sapere delle donne, l’ affermare il diritto di genere attraverso la conoscenza, lo studio, la ricerca e l’elaborazione del diritto di famiglia anche in rapporto alla legislazione degli altri paesi; la costituzione di un osservatorio permanente sull’evolversi della legislazione e della giurisprudenza in ordine al diritto di famiglia e ai diritti delle donne in genere. Il Forum collabora con l’Università di Modena e Reggio e con il Modena Group Stalking nel diffondere la conoscenza del fenomeno della violenza intrafamiliare e dello stalking e nell’elaborazione di strumenti legislativi e operativi di contrasto. Le avvocate del Forum donne giuriste forniscono informazioni e consulenza legale diretta alle donne vittime di violenza e stalking; informano sulla possibilità e sui limiti di accesso al patrocinio a spese dello Stato e sulle modalità per accedervi presso il Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Collaborano inoltre con i soggetti firmatari del protocollo a corsi di formazione per avvocati e operatori che vengano a contatto con donne e bambini vittime di violenza, affinché siano immediatamente in grado di riconoscere la presenza di violenza, nelle sue diverse forme.

I LIONS CLUB REGGIO EMILIA CISPADANA 1796, sensibili a queste problematiche, oltre all’organizzazione del Concerto al teatro Valli di Edoardo Bennato, il cui ricavato sarà devoluto all’Associazione Nondasola, ha offerto a tutte le donne di Reggio la pubblicazione di un pieghevole tascabile che contiene tutti i numeri di telefono e i riferimenti da utilizzare in caso di violenza o molestia.

Dunque, una rete contro la violenza alle donne, perché uscire dalla violenza si può.