Grande successo di pubblico per la presentazione del libro di Gian Paolo Testa “Il compagno e la camicia nera”, avvenuta sabato pomeriggio a Mirandola. Dopo la ricostruzione della vita di Temistocle Testa, padre di Gian Paolo nonché noto esponente del fascismo moderato, ad opera del giornalista e ricercatore Fabio Montella e l’analisi, ad opera del prof. Franco Verri, del fenomeno dei “fascisti rossi”, è stata la volta dell’autore che ha ripercorso alcuni dei momenti più significativi della sua vita, vissuta con entusiasmo e coraggio. Uno dei ricordi più interessanti, è stato il documento “Appello ai fratelli in camicia nera”, l’accordo firmato nel 1936 da tutti i dirigenti del Partito comunista per riconquistare quei giovani disorientati e delusi dal regime totalitario. Infatti, è noto il dialogo che nel primo dopoguerra il Partito comunista intrattenne con i cosiddetti “fascisti rossi”, avviando un processo di riconciliazione. L’Internazionale aveva definito il fascismo “reazione capitalista”, ma Gramsci vi aveva intravisto una “base sociale” che si andava ampliando con i ceti di recente formazione, come la piccola borghesia urbana. E se di masse si trattava, ancorché fasciste, un’iniziativa politica nei loro confronti era inderogabile. Così, nel 1936, Togliatti lanciò un appello ai “fratelli in camicia nera”.

Assumendo la difesa aperta dei valori patriottici, Togliatti mirava a trasformare il vecchio partito d’ avanguardia ed elitario in un partito di massa, capace di ricongiungersi alla tradizione nazionale, recuperando le masse fasciste e immaginando alleanze sempre più ampie. E Testa, nel ricordare i fatti, dichiara senza remore che <<senza il Partito comunista, l’Italia attuale sarebbe peggiore, anche se non bisogna dimenticare gli errori commessi dai comunisti>>. Immancabile nel finale, una riflessione sulla situazione politica italiana. Per Testa, <<il problema di fondo del Paese è il rilancio delle forze giovani, perché la gerontocrazia è oramai divenuta intollerabile. Il rinnovamento deve avvenire sia a livello nazionale sia nelle amministrazioni locali dove occorre puntare sulle lista civiche che rappresentano le espressioni più vitali e concrete>>.

L’incontro, inserito nel programma della Fiera di Mirandola, era organizzato dalla Associazione I Mirandolesi in collaborazione con il Consorzio delle attività del centro. Il Presidente dei Mirandolesi Alberto Bergamini ha ricordato che nella sua vita Gian Paolo Testa, per rimanere fedele ai propri ideali, ha dovuto cambiare “maglietta” e subire ripercussioni. Ha vissuto una vita molto movimentata con grande coraggio.