Nel pomeriggio di ieri, personale in servizio presso la Squadra Volante ha denunciato in stato di libertà tre giovani di nazionalità marocchina, due uomini ed una donna, con l’accusa di ricettazione. Durante il consueto servizio di controllo del territorio, gli operatori di Polizia hanno notato un’autovettura che transitava in via Piave nel senso opposto a quello di marcia. Mediante l’utilizzo dei segnali visivi ed acustici in dotazione, gli agenti sono riusciti a far terminare la marcia del mezzo in questione in viale Reiter, poco dopo l’intersezione con via Poletti, scongiurando, in questo modo, eventuali sinistri stradali.

Durante le fasi del controllo sono stati notati alcuni telefoni cellulari posti in terra, ai piedi dei sedili posteriori. I tre occupanti, apparsi, da subito, molto nervosi, hanno rivendicato la proprietà di 5 dei 6 apparati ivi presenti. Rimaneva, pertanto, da attribuire la proprietà dell’ultimo telefono, un “I Phone 3G”. Per tale ragione, tenuto conto anche delle infrazioni al codice della strada e che uno dei tre cittadini stranieri era in Italia senza alcun titolo di permanenza, si è deciso di accompagnare i tre in Questura.

Giunti presso gli uffici di via Palatucci, la giovane donna ha rivendicato anche la proprietà dell’ultimo telefono. I controlli incrociati sugli apparati e sulle schede telefoniche contenute all’interno, però, hanno fatto emergere che solo una scheda era in uso alla marocchina, mentre le altre sono risultate essere intestate a persone diverse. E’ stato possibile risalire, tra l’altro, alla proprietaria dell’”I Phone 3G”, prontamente contattata, che ha riferito di aver subìto, nei giorni scorsi, il furto della propria borsa, all’interno della quale era proprio custodito il predetto telefono cellulare.

Al termine, tutti gli apparati sono stati posti sotto sequestro mentre i tre, B.S., nato nel 1992, A.M., nato nel 1984 e A.N., nata nel 1985, sono stati denunciati in stato di libertà con l’accusa di ricettazione. Ulteriori e più approfondite verifiche, infine, hanno consentito di risalire ai titolari di tutte le schede telefoniche in uso ai tre marocchini. Ancora in corso, invece, indagini mirate ad individuare i proprietari del predetti apparati.