Il sindaco Francesco Tosi ha inviato un messaggio alle dirigenti scolastiche, ai docenti, agli alunni, alle famiglie, al personale non docente delle scuole di Fiorano Modenese in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico 2019/2020.

“E’ trascorso un altro anno e, come sempre, si ripropone un nuovo inizio di scuola. Questo andamento ciclico di tante cose della nostra vita, cioè il ripetersi delle stesse scadenze, ha portato tanti a concepire la Storia dell’umanità e la vita di ciascuno di noi come incessante ripetersi di cose uguali e in un certo senso già scritte, cose che inevitabilmente si ripetono, sempre uguali, senza la possibilità che il tempo sia invece portatore di vere novità (“niente di nuovo sotto il sole”).

Chi vede però la vita come il susseguirsi di fasi e di avvenimenti sempre uguali, non è aperto alla creatività, alla libertà e al desiderio di vivere situazioni nuove e arricchenti per il futuro. La concezione ciclica del tempo è un susseguirsi di cose sempre identiche che mortifica la creatività e la libertà dell’uomo.

Ogni nuovo inizio d’anno scolastico non deve avere nulla di monotono e di scontato. È in realtà l’inizio di qualcosa di nuovo, anche se antico, di una nuova avventura aperta ad orizzonti inesplorati, è l’inizio di un periodo irripetibile che potrà essere pieno di creatività, di confronto tra spiriti liberi, ognuno diverso dall’altro, di apprendimento di nuove conoscenze che allargano le nostre vedute dove altri invece hanno disegnato dei confini.

Questo credo sia il primo compito di un insegnante il primo giorno di scuola: infondere curiosità negli alunni, suscitare l’interesse e la consapevolezza per le novità di cui il nuovo anno scolastico potrà essere portatore, senza escludere addirittura la possibilità dell’entusiasmo dell’attesa.

Al contrario, chi si aspetta solo la monotonia di una sterile ripetizione di nozioni di cui non si comprende il significato per la propria vita, da costui non ci si può attendere né collaborazione, né un sorriso né l’interesse per ciò che nella scuola verrà proposto.

Fare questo, e cioè riuscire a infondere il desiderio del sapere e di esperienze nuove nella scuola è il compito più difficile per un insegnante, davvero difficile, ma è proprio da qui che passa la differenza tra una scuola attiva e ben vissuta dai giovani e una scuola grigia, subita come obbligazione lontana dalla vita vera.

Chissà perché quest’anno, pensando alla scuola, mi viene da sottolineare la bellezza e la necessità della libertà e cioè del fatto che ogni uomo è uno spirito libero e la libertà si nutre di attese nel futuro, di creatività, di confronto con gli altri, di disciplina interiore ed esteriore, di ricerca incessante del sapere.

Proprio in questa libertà e creatività interiore di ogni persona, di ogni bimbo e di ogni ragazzo sta il motivo della uguaglianza tra gli uomini, principio morale, politico e sociale sul quale gli educatori devono oggi insistere più che mai. Una uguaglianza che non è appiattimento, livellamento verso il basso, eliminazione delle differenze, omologazione del pensiero. Tutt’altro: esattamente il contrario. Tutti siamo uguali in quanto la sostanza di ognuno di noi coincide con una innata e inalienabile dignità, che niente e nessuno può sopprimere ma che potrebbe essere compromessa da situazioni e comportamenti esterni.

La scuola sia un baluardo sicuro di questa dignità della persona; sia l’occasione per farla crescere e dare frutti nella libertà.

Chiudo ricordando una affermazione di un grande uomo africano, ancora prima di essere anche un grande statista, Nelson Mandela: la scuola è il più grande motore dello sviluppo personale. È grazie ad essa che la figlia di un contadino può diventare medico, o un bambino nato da famiglia povera il presidente di una nazione. Non ciò che viene dato ma la capacità di valorizzare al meglio quello che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra.

Buona scuola a tutti”

Anche l’assessore alle politiche educative Luca Busani ha espresso il suo saluto in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico.

“Oggi è un importante primo giorno di scuola per tutti voi. È il primo giorno di scuola alle elementari per alcuni, e il primo giorno di scuola alle medie per altri; per altri ancora è il primo giorno di scuola a Fiorano, perché magari prima vivevano in un altro paese; e ci sarà perfino qualcuno per il quale sarà il primo giorno di scuola in Italia.

Per alcuni sarà il primo giorno in cui impugneranno una matita: ricordate sempre che è tuttora un privilegio, perché milioni di bambini nel mondo non vanno a scuola nemmeno per un giorno, mentre tra noi cresce il numero di quelli che -anche tra gli adulti- faticano a utilizzarla perché ormai sono abituati a scrivere soltanto in formato digitale, con computer, tablet e smartphone.

Ricordate anche che proprio la tecnologia può essere una vostra grandissima amica: può semplificarvi la vita, permettervi di parlare con persone lontane e conoscere nuovi amici in ogni angolo del pianeta, e magari in futuro vi aiuterà a studiare e a trovare lavoro. Come ogni forma di progresso, però, può anche essere utilizzata male e causare grandi problemi: non dimenticate mai che oggi il mondo digitale è concreto quanto quello reale.

A proposito del mondo reale -e qui mi rivolgo soprattutto a voi studenti, di ogni ordine e grado- prendetevi cura del nostro pianeta più di quanto non siamo riusciti a fare in questi ultimi anni: in tutte le aule sono presenti dei cestini, imparate a usarli sempre ma con parsimonia, e a dividere quando possibile plastica, carta e altri materiali. Allo stesso modo giocate all’aria aperta e nei parchi ogni volta che potete, ma siate sempre rispettosi di questi spazi: non sporcateli, non imbrattateli e non danneggiateli, perché come oggi ci giocate voi, domani ci giocheranno altri bambini, e dopodomani altri ancora.

Soprattutto chiedete agli adulti di fare altrettanto, perché è proprio una ragazza, una studentessa come voi -Greta Thunberg- che ora sta cercando di scuotere le coscienze di tutto il mondo, e non dovete mai pensare che “i più grandi non abbiano mai nulla da imparare dai più piccoli”.

Vi voglio salutare con le parole di un signore, di cui l’anno prossimo ricorrerà il 100° anniversario della nascita, unico italiano ad aver vinto il prestigioso premio Andersen (premio che va ai più grandi autori di libri per ragazzi) e che spero abbiate modo di conoscere e approfondire nell’arco di quest’anno scolastico. In chiusura della sua poesia “Il primo giorno di scuola”, Gianni Rodari scrisse:

“Scrivi bene, senza fretta,

ogni giorno una paginetta.

Scrivi parole diritte e chiare:

Amore, lottare, lavorare.”

Mi limito a porre l’accento su una singola lettera all’interno di questa strofa: la “A” maiuscola con cui l’autore fa iniziare la parola “Amore” nell’ultimo verso.

Già, perché l’augurio che vi faccio oggi è che l’Amore sia il fulcro, il motore e anche il carburante di questa importantissima esperienza scolastica.

Amore è l’amicizia che nascerà con un nuovo compagno di banco, che forse non conoscete ancora, ma un giorno aiuterete a fare un esercizio e quello successivo vi presterà il temperino o la gomma che avrete dimenticato a casa.

Amore è l’ascolto che presterete ai genitori, sia quando vi incoraggeranno, sia quando vi rimprovereranno, per aiutarvi a fare sempre meglio e proteggervi dai problemi e dai pericoli di ogni giorno.

Amore è il rispetto per gli insegnanti, che tanto tempo dedicano all’educazione e tanto impegno e cura riversano nella preparazione delle giornate a scuola.

Amore è il desiderio e la curiosità che devono spingervi ad apprendere nuove nozioni che poi vi accompagneranno per tutta la vita, specialmente quando meno ve l’aspettate.

Amore è l’impegno e il tempo che investirete nell’organizzazione tanto delle attività scolastiche quanto di quelle extra-scolastiche, perché la scuola è vita e la vita è scuola, e ogni momento delle vostre giornate dev’essere significativo ed educativo.

Amore è l’aspirazione a un mondo migliore con la consapevolezza che questo potrà realizzarsi soltanto impegnandoci a migliorare noi stessi per primi.

Amate, lottate, lavorate.