Il mese di luglio 2023 sta facendo notizia ormai da un paio di settimane per il persistente anticiclone africano che ha portato ondate di calore da record, specialmente nel Nord Italia.

Stiamo purtroppo diventando abituati a questi fenomeni estremi, che sono particolarmente preoccupanti per quanto riguarda la nostra salute. Recente è lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Medicine, che ha fatto eco su tutte le prime pagine. Lo studio rivela che l’ondata di calore nell’estate del 2022 ha causato un numero stimato di 61.672 morti premature in 35 Paesi europei. Tra questi, l’Italia è stata particolarmente colpita, con ben 18.010 decessi.

L’Osservatorio Geofisico di Unimore ha analizzato i dati misurati fino al giorno 20 luglio presso la stazione storica di Piazza Roma 22, nella torre di levante del Palazzo Ducale di Modena. Qui, dal 1860 si effettuano misure nella medesima posizione e nelle medesime condizioni, in una balconata meteorologica posta a nord e opportunamente schermata, per valutare i cambiamenti o meno nel tempo del clima di Modena.

Come possiamo determinare se le temperature sono davvero in aumento? I valori massimi o ‘picchi’ da soli non bastano, perché sono influenzati da vari fattori complessi e non sempre offrono un quadro completo. Il valore massimo mai registrato rimane quello del 29 luglio 1983, con 38,5°C. L’anno scorso, l’estate del 2022, ha raggiunto un massimo di 37,3°C il 23 luglio, mentre per l’estate del 2023, il valore più alto registrato fino ad ora è stato di 36,3°C l’11 luglio.

Tuttavia, un singolo record non fornisce un quadro completo della reale anomalia rappresentata dalle ondate di caldo. Le anomalie a lungo termine e la frequenza con cui si superano certi limiti, come i 30°C (giorno caldo) o i 20°C (notte tropicale), sono molto più significative. Esaminando più dettagliatamente queste anomalie, emergono vari aspetti interessanti.

Nello studio del clima storico, è comune dividere il mese in decadi, ovvero periodi di dieci giorni. L’analisi delle temperature medie, massime e minime per decadi è particolarmente utile per comprendere l’incremento delle temperature nel tempo.

Prendendo ad esempio i dieci giorni dall’11 al 20 luglio, la temperatura media è stata di 30,2°C. Rispetto alla temperatura media locale (25,8°C) per il periodo 1991-2020, c’è stata un’anomalia di +4,4°C. Questo ha reso la seconda decade di luglio la più calda in assoluto, insieme a quella del luglio 2015. Questo periodo si classifica anche come la seconda decade più calda mai registrata, superata solo dalla prima decade di agosto 2017 (30,3°C) e paragonabile alla storica prima decade del 2003.

L’anno 1983, in cui è stato registrato il valore di temperatura massima, occupa solo il quarto posto nella classifica delle decadi più calde, con una media di 30,0°C registrata nella terza decade di luglio. Quindi, la presenza di picchi, anche se elevati, non indica necessariamente un periodo di calore eccezionale prolungato, ma può rappresentare un evento estremo che può terminare in breve tempo.

Tuttavia, questa ondata di calore ha stabilito un record riguardante le temperature minime. La media delle temperature minime registrate per la seconda decade di luglio è stata di 25,9°C. Qui emerge la principale peculiarità del luglio 2023: le notti calde. Infatti, la seconda decade di luglio detiene il record per la media delle temperature minime più alta. Seguono la prima decade dell’agosto 2018 con 25,6°C, la prima decade dell’agosto 2013 con 25,6°C, e poi con 25,4°C, la prima decade dell’agosto 2017 e la seconda decade del luglio 2015.

Ci si potrebbe chiedere a cosa è dovuta questa anomalia. La questione è complessa, richiederebbe approfondimenti scientifici, ma possiamo avanzare alcune ipotesi. Una riguarda il riscaldamento globale, che si manifesta localmente con un aumento delle ondate di calore. Un altro fattore è meteorologico: le isoterme (linee di uguale temperatura) in quota hanno valori molto alti, simili a quelli registrati durante i record storici. Tuttavia, nel 2023, strati inversionali leggeri e sottili velature, combinati con polvere dal deserto del Sahara, hanno impedito la registrazione di temperature massime record, ma hanno reso le notti più calde. Infine, un importante fattore locale è l’isola di calore urbana, che rende le città più calde, soprattutto di notte.

Questi fattori, tuttavia, non spiegano completamente il periodo di intenso calore. Anche nell’area di Modena Campus, che misura su terreno erboso lontano dal centro città, abbiamo riscontrato temperature minime molto alte, come è stato osservato alla stazione di Reggio Emilia. Questi aspetti richiederanno ulteriori indagini, che saranno condotte nei prossimi mesi, incluse considerazioni sull’estate 2023 nel suo complesso.

Cosa ci aspetta per gli ultimi dieci giorni di questo luglio così particolare?

Il picco di questa ondata di calore è ormai passato, e nelle prossime ore l’anticiclone africano si indebolirà. Tuttavia, non ci saranno ingressi di aria fredda. Ci aspettiamo un calo di temperature di 3-5 gradi, ma le temperature massime rimarranno comunque tipicamente estive, tra i 32 e i 35°C fino a domenica. Quindi, è improprio parlare di una fine dell’onda di calore; si conclude solo la fase più intensa e estrema. I temporali dovrebbero rimanere principalmente a nord del Po e nella bassa pianura emiliana, ma sabato potrebbero estendersi anche a Modena e Reggio Emilia. Bisogna tenere presente che le condizioni termoigrometriche generano un’elevata energia convettiva, e quindi i temporali, quando si sviluppano, possono essere molto intensi.

Nonostante ciò, le ultime previsioni non sono molto rassicuranti. All’inizio della prossima settimana, ci aspettiamo un nuovo picco dell’onda di calore, sebbene sembri essere meno intenso del precedente. Le temperature dovrebbero comunque rimanere al di sotto dei record assoluti, ma saranno comunque notevoli e insolite per il nostro clima, con massime attorno ai 35-37°C. Le notti tropicali sembrano essere una costante, non solo nelle città ma anche nelle zone rurali.

Infine, è possibile che si verifichino temporali alla fine del mese, ma l’impronta del caldo persiste, senza mostrare segni di un vero e proprio allentamento.