Dopo due mesi di flessione, torna a salire il numero dei nuovi contratti che le aziende parmensi intendono attivare.

Le attivazioni, infatti, dovrebbero far segnare un +3,1% a novembre, con 3.980 nuovi contratti, vale a dire 120 in più rispetto allo stesso mese del 2024.

E’ inoltre previsto un ulteriore rafforzamento di questa crescita nel trimestre novembre-gennaio con ben 12.140 nuovi contratti, corrispondenti ad un +6,0% e a 690 attivazioni in più del periodo di confronto.

Per il mese in corso sarà l’industria a rallentare, ma la flessione sarà temporanea.

L’analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia su dati Excelsior evidenzia, infatti, un calo dei nuovi contratti nell’industria pari al 4,8% (1.400 unità, 70 in meno rispetto al 2024). Sia il comparto manifatturiero, che le costruzioni, infatti, segnano cali marcati, rispettivamente del 4,2% e del 6,9%. Tuttavia, le aziende parmensi contano di invertire la tendenza negativa, tanto che alla fine del trimestre novembre/gennaio le attivazioni si dovrebbero portare  a quota 4.630, ovvero 150 in più dell’anno precedente (+3,3%).

Per il mese di novembre, intanto, saranno i servizi (che comprendono il 61,9% dei nuovi contratti) a determinare la ripresa dei contratti nella nostra provincia, con 2.490 unità ed un +4,2% (l’aumento corrisponde a 100 attivazioni in più rispetto al novembre 2024). La tendenza, in questo caso, subirà però un leggero rallentamento nel corso del trimestre, quando saranno previsti 7.180 nuovi contratti, cioè il 3,0% in più (con un incremento di 210 unità) rispetto all’analogo trimestre 2024/2025.

Dati molto positivi, per novembre, giungono dalle attività di alloggio e ristorazione (+18,2%), dai servizi alle imprese (+10,9%) e da quelli alla persona (+2,6%), ai quali fa però da contraltare il -14,1% previsto nel commercio.

Infine, resta da segnalare il settore primario, le cui imprese contano di attivare 90 nuovi contratti ad novembre (+50,0%), mentre nel trimestre novembre-gennaio i nuovi contratti, salendo a quota 330, potrebbero crescere del 6,5%.

Dalle analisi camerali emerge che le aziende della nostra provincia che prevedono di attivare nuovi contratti nel mese di novembre, sono pari al 18,0% del totale, mentre le nuove entrate, per le quali è richiesta esperienza, corrispondono al 63,0%.  Di queste attivazioni, nel 25,0% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per il 75,0% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Il 33,8% dei nuovi contratti di novembre è riservato a giovani con meno di 30 anni che, nell’ambito delle professioni dirigenziali e con elevata qualificazione sono particolarmente richiesti come tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (53,3% dei nuovi contratti), tecnici della distribuzione commerciale (46,7%) e insegnanti della formazione professionale, istruttori e allenatori (35,0%).

Tra gli impiegati, i giovani candidati avranno più opportunità nelle vesti delle altre professioni qualificate del commercio (82,4%), tra gli addetti all’accoglienza e informazione della clientela (63,8%) e come addetti alle vendite (51,9%).

Da ultimo, gli operai qualificati under 30, potranno più agevolmente collocarsi tra gli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (57,4%), tra gli operai specializzati delle lavorazioni alimentari (51,4%) e tra gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (46,8%).

Novembre ripropone anche il tema dei cosiddetti candidati introvabili, ovvero figure professionali per la cui reperibilità le imprese dichiarano di trovarsi in difficoltà nel 51,1% dei casi: nel 32,8% dei quali, mancano le candidature; nel 15,0% delle posizioni offerte, i curricula mostrano impreparazione e/o inadeguatezza dei candidati stessi.

L’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia  ha elaborato i dati forniti dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea.