L’emendamento sull’addizionale comunale progressiva voluta dal PdCI e condiviso da Rifondazione Comunista, Verdi, Reggio Democratica e Reggio Cinque Stelle è stato bocciato provocando una rottura di fatto della maggioranza in consiglio comunale.

L’arroganza di Delrio e della sua giunta (non è il primo caso in questi ultimi 8 anni dove Delrio pur riconoscendo la validità degli emendamenti non li ha mai fatti approvare per sancire una superiorità della Giunta su un Consiglio Comunale tenuto alle “briglie”) ha penalizzato il 94% dei contribuenti reggiani che dall’applicazione progressiva dell’addizionale comunale avrebbero tratto vantaggio economico per circa 700.000 euro recuperando la somma da quel 3% dei contribuenti più ricchi.

Niente da fare; Delrio è riuscito a difendere i 3.209 benestanti di Reggio Emilia (quelli che dichiarano redditi superiori a 75.000 anno, di cui 1.615 quelli che guadagnano più di 100.000 euro l’anno) penalizzando oltre 90.000 contribuenti della città posizionati nelle fasce più disagiate; alla faccia dell’equità fiscale.

Il PD su questo emendamento si è spaccato, in quanto la vera sinistra è emersa con forza votando a favore dell’emendamento (3 consiglieri) con astensione di altri due, mentre la parte margheritina e affaristica dell’ex Pds ha salvato i più ricchi. Apprezziamo il voto a favore di Sel (anche se avremmo preferito che avesse fatto uno battaglia più incisiva sull’equità fiscale) e di altre forze politiche che hanno votato a favore ma denunciamo con forza la responsabilità che la Lega di Giovannini si è assunta non votando l’emendamento, restando in aula, e sfilando la tessera per cancellare le tracce dell’inciucio Delrio-Lega.

Più venale il gioco sporco fatto da Bassi ed altri consiglieri del Polo che, pur presenti in aula, non hanno votato difendendo i propri interessi visto che in base ai redditi dichiarati avrebbero dovuto pagare proprio loro di più. In ogni caso con i voti mancanti di Lega e parte del Pdl l’emendamento equità è stato affossato.

Infine, avendo assistito di persona ad una falsità detta da Delrio in consiglio comunale in risposta ad un quesito del consigliere Riva ritengo, per rispetto del consiglio comunale, denunciarla.

Il fatto riguarda la quota Imu (dello 0,38%) che i comuni devono pagare, sui propri beni non usati in modo istituzionale, allo Stato in quanto così previsto dalla norma attuale. Delrio risponde che nel bilancio comunale questa quota è stata già scorporata. Falso!

Se Delrio conferma questo vuol dire che i dirigenti comunali hanno stilato il bilancio violando la normativa ancora oggi in vigore.

La norma che prevede la possibilità di non versare la quota allo stato è prevista in un comma del così detto decreto liberalizzazioni, approvato il primo marzo al Senato ed in discussione alla Camera, quindi, non è ancora legge dello stato.

Dire che nel bilancio del comune di Reggio Emilia è stata già scorporata la quota di competenza dello Stato vuol dire affermare il falso, a meno che si confessi di aver imposto ai dirigenti comunali previsioni di spesa non conformi alle leggi di bilancio.

Una gaff o una bugia? A Delrio la risposta.

Intanto confermiamo: il PdCI esce dalla maggioranza in comune a Reggio Emilia mentre Delrio scarica la papata bollente al prossimo candidato sindaco del PD di Reggio Emilia.

(Donato Vena, PdCI)