L’obiettivo è fornire “gli strumenti più utili a governare i processi del complesso lavoro di ricostruzione e riqualificazione” a quelle amministrazioni che “sono ora chiamate a rivalutare l’ordine dei fattori di programmazione, perché il sisma ha creato delle nuove priorità”: l’assessore ai Lavori pubblici, Alfredo Peri, ha presentato oggi alla commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, presieduta da Damiano Zoffoli, il progetto di legge della Giunta sulle “Norme per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 20 e 29 maggio 2012”, di cui è stata nominata all’unanimità relatirce la consigliera Paola Marani (Pd)

Le linee guida della ricostruzione sono chiarissime, assicura Peri: “Ricostruire dov’era, ma meglio di come era”, il tutto agendo “su un territorio che ha già la sua pianificazione esistente”. Il piano per la ricostruzione infatti, annuncia l’assessore, “non sarà obbligatorio, ma dipenderà dalla dimensione del problema nel singolo Comune, e sarà un piano urbanistico, che non dovrà deformare ma confermare con flessibilità”. Sicuramente, però, “i tempi saranno molto accelerati rispetto alle procedure normali”, promette, “perché il tempo è una variabile fondamentale”. Lo scopo principale della norma è “riconsegnare il territorio alla vita della comunità, sia come città privata che come città pubblica”. L’assessore è però netto sulle condizioni economiche in cui sarà affrontata la ricostruzione: “Siamo costretti a procedere per scelte di priorità, l’ammontare delle risorse disponibili è certamente inferiore al necessario”.

Gabriele Ferrari (Pd) loda la Giunta per aver colto “i tempi giusti in una vicenda molto complicata, contemperando esigenze e interessi diversi in un territorio molto vasto”, e rivendica come “i nostri tempi, rapidi, non li ho visti in altri contesti analoghi”. La collega Palma Costi (Pd) sottolinea come “con questa norma non scardiniamo le pianificazioni dei Comuni, ma incidiamo in base alle casistiche”.

Gli interventi dei consiglieri di opposizione si concentrano sulle disposizioni per le aree rurali: Silvia Noè (Udc), riferendosi alla conservazione delle volumetrie per gli edifici agricoli distrutti, con la norma che fissa un periodo di 5 anni, invita a non sottovalutare le situazioni che potranno crearsi, “perché non si può dimenticare chi magari per problemi economici vuole ricostruire tra sei o sette anni”, mentre Fabio Filippi (Pdl) si domanda se “gli imprenditori agricoli vengono danneggiati due volte”. La replica di Peri è immediata: “Non possiamo dare luogo a spostamenti volumetrici fuori contesto, è un diritto ma da esercitare all’interno di determinati parametri e vincoli”.

Il presidente Zoffoli ha infine colto l’occasione per ipotizzare un primo calendario dei lavori: la data migliore per l’udienza conoscitiva sul progetto di legge, “indispensabile data l’importanza del tema”, dovrebbe essere il 22 novembre.